ARCHIVIO STAGIONE TEATRALE
QUANTA VITA
Ebbene sì, ridendo e scherzando ormai sono 10 anni che Industria Scenica abita a Vimodrone. La città è cambiata e siamo cambiati anche noi, i soci, i pubblici, i collaboratori, gli artisti che animano questa casa, una montagna in centro al paese con una vista mozzafiato.
Non siamo soli. L’esplorazione la facciamo insieme ad un Comitato Culturale, un club di “antropologi urbani” affamati di cultura, illuminati e creativi, che trasforma il territorio e ci offre una nuova esperienza di presidio culturale. Quanta Vita!
Qualche settimana fa, con questi amici speciali, ci dicevamo che negli anni vissuti insieme, tutto sommato, un bel po’ di cose le abbiamo fatte e, tra racconti e battute, è nato un mazzo di fiori di argilla. Da cosa nasce cosa, perché il tempo che passiamo insieme è bello e ci fa stare bene e, detta tra noi, abbiamo capito che da queste parti serve una stagione che racconti di sentimenti e desideri, che abbracci le differenze e faccia denuncia delle disuguaglianze e delle sofferenze. Mica possiamo rimanere indifferenti al mondo intorno a noi. Dal “Come stai?” siamo sbarcati su “Quanta vita!” perché l’Everest è la somma di tante vite insieme, un’enciclopedia vivente.
In sostanza, quest’anno la stagione culturale la dedichiamo alla Vita. Proponiamo alla città un ciclo di eventi che lascino il segno, difficili da dimenticare perchè parlano di noi e rispecchiano quel che siamo: un’orchestra che attraversa il tempo, esploratori che raggiungono mete inarrivabili, individui che provano a governare sofferenze e dipendenze. Siamo artisti, siamo pubblico, siamo persone che riflettono su cosa significhi accessibilità nella cultura, inclusione, lavoro, equilibrio. Ma che vita è?
Ci piacerebbe che ogni sera di spettacolo fosse un po’ come quelle cene tra amici in cui si chiacchiera fino a tarda notte e si diventa un po’ filosofi e protagonisti del cambiamento. Per qualcuno questa stagione sarà come il caffè preso insieme all’amico “è da una vita che non ci vediamo, ma il legame, lo sai, quello è per sempre”. Tra il pubblico troveranno posto quelli del “nel mio tempo” e quelli “È da una vita che non ti vedo”, il gruppo “ma che fino hai fatto?” di fianco alle signore del “un giorno alla volta”. In fondo, vicino al bar, quelli del “anche tu qui” e i “come stai? Dai, normale. A posto così.”
Questo è un anno difficile, segnato da abusi, crisi e disumanità e se questa è la vita oggi, allora la nostra stagione va avanti nonostante tutto e diventa più multidisciplinare, discrepante e emotiva. Così è la vita, invadente, impulsiva e multiforme. Viva!
La festa, i riti, gli eventi sono quei momenti che ci permettono di incontrarci, stare insieme, guardarci occhi negli occhi, sorridere, divertirci.
Ci mantengono vivi. Ci danno la forza per affrontare la quotidianità con uno spirito rinnovato.
Festeggiare insieme vuol dire agire insieme, rappresentare insieme, ideare, emozionarsi, relazionarci, avere cura, sentirsi parte.
Parte di una comunità che lavora per un obiettivo comune, che partecipa, che ricorda il passato, celebra il presente e immagina un futuro.
Oggi più che mai abbiamo necessità di fare festa, di confrontarci sul cambiamento, di rigenerarci in una nuova identità.
Istituzioni, associazioni, singoli cittadini sono tutti promotori di un calendario di tradizioni, feste sacre e profane, eventi che raccontano la vitalità di un territorio, delle persone che lo abitano, dei lori sogni e desideri.
E allora siamo pronti ad ascoltare storie sulla sluasada del melgun (scartocciata del granoturco) o sulla bachicoltura; a preparare la Festa di Santa Croce e a travestirci per il Carnevale; a danzare un lento alla balera Everest o a passeggiare per le vie del centro durante la Notte XL.
Siamo pronti ad ammassare la legna per il Falò di Sant’Antonio, a brindare per un Nuovo Anno e a riproporre un Torneo dell’Allegria.
E allora Facciamo Festa? Sì, FACCIAMO FESTA!
Laura Curino
Passione
con Laura Curino
di Laura Curino, Roberto Tarasco e Gabriele Vacis
Regia di Roberto Tarasco
ARS Creazione e Spettacolo
Amorosi Assassini
di e con Valeria Perdonò
e con Marco Sforza al pianoforte
Teatro Invito
In Capo al Mondo. In viaggio con Walter Bonatti
di Luca Radaelli e Federico Bario
con Luca Radaelli
alla chitarra Maurizio Aliffi
Chronos3
Testastorta. La Storia Inventata
drammaturgia di Tobia Rossi
tratto dal romanzo Testastorta di Nava Semel
regia di Manuel Renga
con Alessandro Lussiana e Valeria Perdonò
Elea Teatro/Industria Scenica
Pout Pourri
uno spettacolo di Elea Teatro/Industria Scenica
di e con Serena Facchini, Ermanno Nardi, Francesco Angelo Ogliari
Teatro Ex Drogheria
Lucaluna
testo e regia Sara Pessina
con Davide Rustioni
Elea Teatro/Industria Scenica
WEBulli
di e con Serena Facchini ed Ermanno Nardi
Fondazione Cinemovel
Mafia Liquida
da un’idea di Nello Ferrieri
uno spettacolo di Vito Baroncini
soggetto di Elisabetta Antognoni, Vito Baroncini, Andrea Basti, Enzo Bevar, Nello Ferrieri
regia Vito Baroncini, Andrea Basti, Nello Ferrieri
Giuliano Scarpinato
Alan e il Mare
testo e regia Giuliano Scarpinato
assistente alla drammaturgia Gioia Salvatori
con Federico Brugnone e Michele Degirolamo
Compagnia Ragli
La Bastarda. Una vita coraggiosa
con Dalila Cozzolino, Andrea Cappadona, Antonio Monsellato, Rosario Mastrota
testo e regia di Rosario Mastrota
Elea Teatro/Industria Scenica
Vimostory
di e con Serena Facchini e Ermanno Nardi
accompagnamento musicale Vito Morello e Tiziano Carioni
Eco di Fondo
Le Rotaie della memoria. Monologo sulla vita del militante politico Albino Calletti
di Giulia Viana e Giacomo Ferraù
regia di Giacomo Ferraù
con Giulia Viana
Teatro del Lemming
Giulietta e Romeo. Lettere dal mondo liquido
con Fiorella Tommasini, Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini, Alessio Papa, Alessandro Sanmartin, Maria Grazia Bardascino, Katia Raguso
regia di Massimo Munaro e Chiara Elisa Rossini
Giuliano Scarpinato
Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro
testo e regia Giuliano Scarpinato
con Michele Degirolamo
in video Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori
A.T.I.R.
Un alt(r)o Everest
di e con Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi
I Sacchi di Sabbia
Piccoli Suicidi in Ottava Rima Vol. I e II
ideazione Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano
regia Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Dario Marconcini
Elea Teatro / Industria Scenica
Andavo a 100 all’ora
Di Renata Ciaravino
regia Luca Quaia
con Anna Coppola, Serena Facchini, Ermanno Nardi
A.T.I.R.
(S)legati
Di e con Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris
Linguaggicreativi
Il gioco di Effe – social game over
di Paolo Trotti
regia di Elena Parretti e Amedeo Romeo
con Simona Migliori
Errare persona
Ninetta e le altre. Le Marocchinate del ‘44
Scritto, diretto e intepretato da Damiana Leone
con Anna Mingarelli e Francesca Reina
disegno Luci Alessandro Calabrese
Teatro sotterraneo
Homo Ridens_Vimodrone
Creazione collettiva Teatro Sotterraneo
in scena Daniele Bonaiuti, Iacopo Braca, Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Filippo Paolasini, Matteo Ceccarelli
scrittura Daniele Villa
Lucilla Giagnoni
Acquadoro
Un progetto di Lucilla Giagnoni e Paolo Pizzimenti
tratto da L’oro del mondo di Sebastiano Vassalli
con Lucilla Giagnoni e Marco Tamagni
Marta Cuscunà
E’ bello vivere liberi!
Ispirato alla biografia di Ondina Peteani prima staffetta partigiana d’Italia, deportata ad Auschwitz n° 81 672
di e con Marta Cuscunà
Laura Curino
Camillo Olivetti – Alle radici di un sogno
Di Laura Curino e Gabriele Vacis
con Laura Curino
regia Gabriele Vacis
Industria Scenica
Glitch – Interferenze digitali
con Alessandro Montes Olivera, Elisa Roberta Premoli, Filippo Pezzuto, Mattia Lucerna, Valeria Tolentino, Yafei Hu
regia Serena Facchini e Ermanno Nardi
Malva
Salsa Rubra
con il contributo di Ass. Teatro delle Biglie
Non solo Mamme
Non posso aspettare domani
regia Milena Rivolta
Compagnia del Bivacco
PI AMURI
di e con Lucia Nicolai, Eleonora Iregna, Benedetta Marigliano
Michele Rota
APERTURE
di Michele Rota
con Orazio Zapparrata, Paolo Manca, Jakko Di Martino, Celia Cardona, Federico Espositi
con la partecipazione dell’Associazione Teatro delle Biglie
Karakorum Teatro
RIMANENDO SUL CONFINE
Ovvero: la volta che rincorsi il fante di cuori
di e con Stefano Beghi
musiche di Marco Prestigiacomo
Elea Teatro/ Industria Scenica
WEBulli
di e con Serena Facchini e Ermanno Nardi
Simona Bertozzi
Bird’s Eye View
Progetto di Simona Bertozzi e Marcello Briguglio
Coreografia e danza Simona Bertozzi
Annamaria Ajmone
Ripensando a Tiny
di e con Annamaria Ajmone
Jessica Leonello
Cingomma
di e con Jessica Leonello
Francesco Meola
KuaFu
di e con Francesca Meola
Francesca Franzè
Ommiodio
con Francesca Franzè e Luca Serafini
ARCHIVIO TEATRO SCUOLA
Elea Teatro/Industria Scenica
WEBulli
di e con Serena Facchini ed Ermanno Nardi
Fondazione Cinemovel
Mafia Liquida
da un’idea di Nello Ferrieri
uno spettacolo di Vito Baroncini
soggetto di Elisabetta Antognoni, Vito Baroncini, Andrea Basti, Enzo Bevar, Nello Ferrieri
regia Vito Baroncini, Andrea Basti, Nello Ferrieri
Michele Cafaggi
Ouverture des saponettes
di e con Michele Cafaggi
regia Davide Fossati
Erewhon
L’impronta dei colori
con Corrado Deri e Tiziana Salvaggio
testo di Corrado Deri
regia Corrado Deri
Nanirossi
Sogni in scatola
di e con Matteo Mazzei ed Elena Fresch
in collaborazione con Mario Gumina
Andrea Marinelli
MisicUpNose
di e con Andrea Marinelli
Fratelli Caproni
Il viaggio di Giovannino
di Alessandro Larocca e Andrea Ruberti
con Andrea Ruberti
Elea Teatro/Industria Scenica
WEBulli
di e con Serena Facchini ed Ermanno Nardi
Tangram
Cordi e il suo re
di Miriam Alda Rovelli
regia di Miriam Alda Rovelli
con Luigi Zanin
Teatro dell’Archivolto
Ma che bella differenza. La diversità spiegata dai bambini
tratto da “Una bella differenza”di Marco Aime
drammaturgia e regia di Giorgio Scaramuzzino
Fratelli Caproni
L’omino del pane e della mela
di e con Alessandro Larocca e Andrea Ruberti
ARCHIVIO TEATRO FAMIGLIE
ARCHIVIO RESIDENZE ARTISTICHE
DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
COLLETTIVO THE POLAR BEAR IS DEAD (UK/ITALIA)
Periodo di residenza: 16-30 giugno 2019
IL PROGETTO
“Sitting down carefully”
di e con Nathalie Bellingam, Daniele Pennati e Jamie Wood
Il lavoro, ancora in fase di sperimentazione e ricerca, si pone l’obbiettivo di analizzare il rapporto tra natura ed essere umano, affrontando il tema del cambiamento climatico, tracciando una storia di quello che è stata la presenza dell’uomo sulla terra, dalla nascita, alla sua evoluzione, fino alla propria estinzione, come in un diorama animato della storia dell’animale uomo.
Filo drammaturgico della messa in scena sono le scelte che ogni giorno ci troviamo a dover prendere. Partendo dalle conseguenze che queste possono avere nel nostro quotidiano, come ad esempio rompere un bicchiere e rovesciare dell’acqua, si ripercorre, seguendo il principio del Butterfly Effect, il concatenarsi di tutte i possibili cambiamenti che il nostro comportamento provoca al sistema generale.
Ecco allora che un bicchiere rovesciato provoca l’estinzione del rinoceronte bianco, o l’aver firmato una petizione per salvare l’orso polare, è la causa dello sterminio degli Inuit. Il tutto riletto con un’ottica apocalittica, in un continuum di situazioni comiche, assurde e paradossali, che si fondono con la realtà.
Il tempo e il luogo della rappresentazione teatrale si interrompono e si aprono al pubblico per dare spazio a riflessioni collettive e momenti attivi partecipati, in cui le singole scelte diventano condivise e le conseguenze subite dalla collettività.
Ultimo step: il ricordo. Di fronte all’apocalisse l’unica cosa che resta da fare è lasciare memoria di noi ai posteri o a qualche visitatore extraterrestre, una capsula del tempo delle cose belle che abbiamo fatto per tramandare che, anche se la vita sulla terra è finita a causa dei nostri comportamenti, in fondo eravamo delle brave persone!
LA COMPAGNIA
NATALIE BELLINGHAM
Si laurea nel 2008 in Theatre and Performance presso la Bretton Hall Leeds University. Nel 2010 fonda la compagnia Uncanny Theatre (www.uncannytheatre.co.uk) che ha all’attivo otto spettacoli, molti dei quali realizzati con il supporto dell’ACE (Produzione e sviluppo progetti) e di strutture teatrali quali il Leeds Playhouse, New Diorama di Londra e HOME di Manchester.
Nel mentre continua la sua formazione seguendo workshop con: Jamie Wood, New Art Club, Dick Bonham, Hannah Sibai, Ellie Harrison, Vic Firth, Odd Doll Puppetry & Unlimited Theatre. Nel 2016 segue come Artist Mentor il corso di Master in Theater and Performance presso La Beckett University di Leeds. Recentemente si diploma come Giggle Doctor (Clown di corsia) presso la Theodora Children’s Charity.
JAMIE WOOD
Clown di fama internazionale, performer, regista e formatore, con i suoi spettacoli sorprendenti e irriverenti, ha realizzato tournée in tutto il mondo. Il suo lavoro riflette una formazione che spazia tra arti applicate, teatro, clown e danza, portando nel teatro comico un’approccio performativo e partecipato, passando dal grottesco al dramma e alla satira. É inoltre qualificato Giggle Doctor presso la Theodora Children’s Charity.
www.jamiewood.org.uk
DANIELE PENNATI
Nel 2010 si laurea in scenografia e arte drammatica presso la Libera Accademia di Belle\LABA di Brescia. Nel 2012 si diploma come attore presso la Scuola Internazionale di Teatro Arsenale di Milano. Approfondisce la sua formazione seguendo diversi workshop con: Collettivo Cinetico, Deflorian\Tagliarini, Silvia Calderoni, Cesare Ronconi, Motus, Abbondanza\Bertoni, Marta Ciappina, Francesca Della Monica, Civilleri\Lo Sicco, Lucio Baglivo, Elodie Donaque, Jean-Martin Roy, Jamie Wood, Compagnia NUT.
Lavora con: Fattoria Vittadini, Chronos3, Strasse, Elisabetta Consonni ed Elea Teatro.
Dal 2016 è attore/performer nello spettacolo Overload, vincitore del Premio UBU “Migliore spettacolo del 2018”.
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TEATRO FISICO E PARTECIPATO
SPAZIO-T & LE RAGAZZE TERRIBILI (ITALIA)
Periodo di residenza: 30 settembre-14 ottobre 2019
IL PROGETTO
“E_SCAPE. Cercando Telemaco”
ideazione e regia Chiara Murru
interection designer Maria Chiara Sotgiu
musicista performer Carlo Spiga
musiche originali e live set Francesco Medda
scenografie Sabrina Cuccu
camice e ricami Andrea Cenzo Cocca
Nato come esito del progetto di residenza ScrabeLAB, finanziato da Regione Sardegna, del Museo Nivola di Orani e della Soc. Coop. Le Ragazze Terribili di Sassari, E_scape affronta ed elabora il tema dello spopolamento della Sardegna a partire da temi universalmente condivisibili, impersonificati dalla figura epica di Telemaco: il figlio che vive in assenza del padre, aspettando. Come “legato” Telemaco è impossibilitato ad andare via, e le sue scelte sono condizionate dalla “mancanza” di suo padre. Ma Telemaco ad un certo punto scompare e tutti si domandano “le ragioni del fuga”. Tutti temono il peggio, e nel cercarlo ritrovano loro stessi e le loro ragioni del “restare”.
La Sardegna diventa così punto di vista privilegiato di una indagine teatrale-antropologica che attiva dinamiche sociali e culturali legate al “ritrovarsi”, inteso come identità, come comunità, come individui.
LA COMPAGNIA
CHIARA MURRU
Vincitrice del Premio Miglior Regia al Roma Fringe Festival 2012, con lo spettacolo “Il Sentiero dei Passi Pericolosi – una tragedia stradale” di M.M. Bouchard. Vive e lavora ad Alghero (SS) dove è nata nel 1981. È insegnante, attrice e regista dello Spazio-T, una tra le più attive realtà teatrali in Sardegna. Dopo la laurea in Linguaggi dei Media con indirizzo “Cinema,Teatro e Progettazione Eventi Culturali” all’Università Cattolica del Sacro Cuore e il diploma alla scuola biennale del Teatro Arsenale di Milano, consegue il Master in Comunicazione per Eventi (Università Cattolica di Milano).
Torna in Sardegna nel 2008 e da allora dirige spettacoli, performance urbane e grandi eventi festivi. È direttrice artistica della rassegna teatrale “Inscena-T” e del Mamatita Festival – la città si fa teatro.
Il suo lavoro è caratterizzato da una profonda attenzione per il corpo e per le immagini, dall’interazione tra attore e spettatore, dalla contaminazione di linguaggi e dalla valorizzazione di luoghi non convenzionali, spazi urbani e siti archeologici.
È ideatrice e regista della performance con le maschere dei mamuthones “#KOI cantando danzavamo” progetto selezionato da CeDAC per #giovaniidee 2015 di Sardegna Teatro.
#KOI è stato l’evento di apertura della XXIII Festival Notte dei Poeti all’Anfiteatro Romano di Nora e ospite dell’European Jazz Expo a Riola Sardo (OR). La performance ha inaugurato la 18esima edizione Abbabula Festival delle Ragazze Terribili a Monte d’Accoddi. Collabora con diverse organizzazioni e festival.
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DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
FAVARO-BANDINI (ITALIA)
Periodo di residenza: 15 ottobre-30 ottobre 2019
Residenza Trampolino selezionata dal bando della Civica Scuola Paolo Grassi
Residenza creativa che non prevede restituzione pubblica
IL PROGETTO
“Una Vera Tragedia”
di Riccardo Favaro
progetto e regia di Riccardo Favaro / Alessandro Bandini
con Alessandro Bandini, Alfonso De Vreese e Petra Valentini
scene e costumi Marta Solari, Giorgio Morandi
disegno sonoro Elena Rivoltini
Spettacolo Vincitore Premio Scenario 2019
Una tavola imbandita, prima di cena, prima di una cena importante, una serata in cui festeggiare. L’attesa per l’arrivo di un figlio che si rivela non essere per davvero il figlio ma un altro ragazzo. Così come il padre (Vater) e la madre (Mum) nel corso della serata non restano i genitori ma cambiano, assieme al ragazzo (Chico), provando a cercare ricordi, sensazioni, un passato comune, costituendo e disgregando un nucleo familiare che non può esistere se non attraverso relazioni che feriscano l’altro. E al termine della notte, che non è ancora il giorno, la polizia ritrova il corpo di un altro ragazzo nel bagagliaio di un’auto: il vero figlio?
Tutto quello che segue – una chat erotica online e sex date tra due ragazzi – è la ricostruzione di una sostituzione, di un furto di identità, di un omicidio, di una ferita che continua a non rimarginarsi.
Una Vera Tragedia ricostruisce una catastrofe familiare muovendosi sia su piani temporali diversi e paradossalmente contemporanei, sia su differenti modulazioni di identità: i ruoli si scambiano continuamente nella prima parte non in funzione di un gioco teatrale ma in una dimensione di reale inversione di senso data solo ed esclusivamente dal linguaggio. Nel suo complesso è un tentativo di contestare l’epica del dramma borghese portandone in scena le contraddizioni, gli errori comunicativi e l’inconsistenza, rappresentando ogni forma di violenza che fisiologicamente le appartiene. Ma è anche un fotogramma di tensioni sentimentali e sessuali tra due ragazzi, due coetanei, il cui unico legame (oltre a frequentare la stessa chat erotica) sarà l’omicidio e la sostituzione attuata da uno nei confronti dell’altro: anche l’epica della storia d’amore vuole essere messa in crisi, pur conservandone le più ingenue e profonde pulsioni.
LA COMPAGNIA
RICCARDO FAVARO
Drammaturgo. Nasce a Treviso nel 1994 e dopo gli studi classici viene ammesso come autore teatrale alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Dopo il diploma è autore nel progetto europeo Metropolis e inizia a lavorare con Giampiero Solari adattando, tra gli altri, Cavalieri di Aristofane per il Teatro Greco di Siracusa. Approda in seguito alla scrittura originale. Nel 2017 è finalista del Premio Riccione – Pier Vittorio Tondelli con il testo Nastro 2. Viene selezionato da Fabulamundi per il DramaLab 2018. Nello stesso anno scrive Saul, spettacolo che debutta alla Biennale Teatro 2019 dopo essersi aggiudicato la menzione speciale nell’edizione precedente. Con lo spettacolo Una Vera Tragedia, di cui è autore e co-regista insieme ad Alessandro Bandini, vince il Premio Scenario 2019.
ALESSANDRO BANDINI
Genovese, classe 1994. Prima di iniziare il percorso accademico lavora in diverse produzioni del Teatro Stabile di Genova, Teatro della Tosse e Teatro Cargo. Nel 2007 viene diretto da Peter Greenaway in Peopling the Palace. Nel 2014 è ammesso alla Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano, dove si diploma nel 2017. Nello stesso anno recita in Uomini e No per la regia di Carmelo Rifici. Nel 2018 lavora in Choròs di Alessio Maria Romano. Nell’estate 2018 recita in Saul che si aggiudica la menzione speciale alla Biennale Teatro dove debutta nel luglio 2019. È Junior ne La Tragedia del Vendicatore, per la regia di Declan Donnellan. Nel 2019/20 sarà parte del cast di Macbeth, regia di Carmelo Rifici, e reciterà al fianco di Elisabetta Pozzi in Ecuba per la regia di Andrea Chiodi. Con la sua compagnia La Tacchineria dirige lo spettacolo Potrei Amarvi Tutti che vince il Premio Anna Pancirolli per il Teatro 2017.
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TEATRO FISICO E PARTECIPATO
HASTE THEATRE (UK)
Periodo di residenza: 12-26 novembre 2019
IL PROGETTO
“Play”
di e con Elly Beaman-Brinklow, Valeria Compagnoni, Elena Costanzi, Jesse Dupré, Sophie Taylor
Il progetto su cui desidereremmo lavorare è la creazione della nuova produzione della compagnia. Sarà una produzione che andrà a collegarsi con un altro progetto che stiamo sviluppando, con uno scrittore e una ricercatrice scientifica, sulla demenza senile e sull’impatto che ha sulla società e i rapporti umani.
Vorremmo che il periodo di residenza sia per noi un momento profondo di ricerca e sviluppo e di condivisione di idee. Porteremo tutto il materiale raccolto fino a quel momento e ne ricercheremo altro facendo uso anche di archivi pubblici.
L’obiettivo finale sarà quello di trovare, creare e scrivere una storia che risuoni nella coscienza e nella memoria di tutti e con cui ci si possa relazionare a livello universale.
La residenza sarà per Haste un modo per ricercare anche lo stile e le tecniche e abilità con cui la storia sarà raccontata e un modo per lavorare manualmente su eventuali marionette (puppets).
LA COMPAGNIA
Haste significa urgenza di movimento e/o azione.
Haste Theatre è una forza composta da 5 donne, che lotta per creare dei mondi fantastici in cui ritrarre il quotidiano. La nostra tecnica si basa sulla tradizione europea del teatro fisico. Siamo attrici poliglotte, clown, ballerine, creatrici, marionettiste, cantanti e amiche.
A unirci è l’urgenza di celebrare la vulnerabilità e l’imprevedibilità della performance dal vivo. Usiamo il nostro mosaico di tecniche per reinventare vecchie storie e crearne di nuove. I nostri spettacoli restano in equilibrio in quel posto scomodo che è a metà tra la risata e il pianto. Fondendo commedia e tragedia, il brutto e il bello, sorprendiamo, stimoliamo e divertiamo. Creiamo la nostra magia usando semplicità e armonie struggenti.
Negli anni scorsi siamo state in tour negli USA (San Diego e Orlando) e in Europa (Roma, Scozia, Inghilterra) e per quattro anni consecutivi all’Edinburgh Fringe Festival. Nel 2019 abbiamo in programma un tour del Regno Unito e saremo al Praga Fringe Festival e al Nolo Fringe di Milano.
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DANZA CONTEMPORANEA
SILVIA GRIBAUDI | ZEBRA (ITALIA)
Periodo di residenza: 17-22 dicembre 2019 (in condivisione con Circuito CLAPS)
IL PROGETTO
“MON JOUR!”
creazione Silvia Gribaudi
produzione Zebra
coproduzione Torinodanza festival / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale nell’ambito del progetto “Corpo Links Cluster”, sostenuto dal Programma di Cooperazione PC INTERREG V A – Italia-Francia (ALCOTRA 2014-2020)
Un esempio di “antropologia artistica” la cui ricerca sottolinea l’impatto sociale di ogni corpo sull’ambiente in cui vive. Silvia Gribaudi affronta la vitalità del potenziale umano, mettendo in relazione empatica persone e ambiente: cosa dà l’individuo alla montagna? cosa essa gli restituisce?
LA COMPAGNIA
Nata a Torino, è un’artista attiva nell’arte performativa. Il suo linguaggio coreografico attraversa la performing art, la danza e il teatro, mettendo al centro della ricerca il corpo e la relazione col pubblico. La sua poetica si avvale di una ricerca costante di confronto e inclusione con il tessuto sociale e culturale in cui le performance si sviluppano. Il suo linguaggio artistico è l’incontro della danza con la comicità cruda ed empatica.
Nel 2009 crea A corpo Libero, con cui vince il Premio pubblico e giuria per la Giovane Danza d’Autore, viene anche selezionato in Aerowaves Dance Across Europe, alla Biennale di Venezia, al Dublin Dance Festival, Edinburgh Fringe Festival, Dance Victoria Canada e al Festival Do Disturb a Palais De Tokyo di Parigi e a Santarcangelo Festival.
Conduce seminari in Italia e all’estero e progetti di formazione all’Accademia Teatrale Veneta e al Theaterschool – Amsterdam School of the Arts.
Dal 2013 al 2015 si concentra sul corpo e la nudità e comincia creando performance quali: The film contains nudity ( progetto Performing Gender) e What age are you acting? – Le età relative (progetto Act your age)
Dal 2011 conduce laboratori destinati Over 60 e collabora con Università Ca ‘Foscari di Venezia, Dipartimento di Management Cultura e Impresa, nel progetto ARTimprendo e Action Reasearch Coreografie d’Impresa. Nel 2017 è selezionata in Italia tra i coreografi del Network ResiDance Anticorpi XL 2017.
Nel 2016 e 2017 è regista e coreografa di tre diverse performance (My Place, Felice e R. OSA_10 esercizi per nuovi virtuosismi) dove il corpo del performer diventa protagonista, attraverso la propria identità espressiva.
Nel 2017 debutta Vancouver, Canada, con Empty. Swimming. Pool una coproduzione italo-canadese con Tara Cheyenne Frienderberg, vincitore del sostegno del Chrystal Dance Prize 2016. Nel 2017 è finalista per il premio rete critica italia. I lavori di Silvia Gribaudi incarnano: leggerezza, ironia e libertà.
CIRCO CONTEMPORANEO
COMPAGNIA KOLEKTIV LAPSO CIRK (FRANCIA)
Periodo di residenza: gennaio-febbraio 2017
Obbiettivo A: in attraversamento con Casa del Circo Contemporaneo – Associazione Qanat Arte e Spettacolo / Cirko Vertigo (Piemonte) e C.L.A.P.Spettacolodalvivo (Lombardia)
IL PROGETTO
“11. Il tempo è una linea verticale”
di e con Veronica Capozzoli
11 è due volte 1. È la conferma inevitabile della singolarità, dell’unità, della solitudine.
11 è il primo dei numeri decimali palindromi.
È l’essenza dell’ossessione.
11 è divisibile solamente per se stesso.
Difende il suo spirito anarchico davanti all’egemonia del 10, è orgoglioso e testardo, è il numero del sodio: porta dentro l’essenza del ferro e del fuoco.
Lei è una, singolare, sola.
Lei vive nell’architettura verticale della sua testa, in una geometria di ferro e legno, di linee verticali che vanno verso il cielo…
Lei è orgogliosa e disperata.
Lei è divisibile solamente per se stessa.
In uno spazio saturo di geometrie severe, di lunghi e alti tubi di ferro, di sedie perfettamente quadrangolari, di bastoni d’acciaio verticali e di corde tese, incontriamo una figura femminile intrappolata nell’ingranaggio scenico: corde, carrucole, incastri geometrici e ritmi ossessivi la costringono a far proseguire il gioco meccanico della struttura, surreale metafora del Tempo che non si può arrestare.
11 è un lavoro sulla verticalità e gli ingranaggi ineluttabili del Tempo.
Lo Spazio determina l’esistere di un corpo, e il Tempo che determina il suo movimento la porta verso l’alto, contro la forza di gravità del suo esistere, nel materialissimo e umano bisogno di affermare la sua identità.
LA COMPAGNIA
Veronica Capozzoli inizia il suo percorso artistico a 14 anni, seguendo i corsi teatrali della compagnia MaMiMò, ed entrando 3 anni dopo all’Accademia d’Arte Drammatica V. Bellini di Napoli. Approdata a Bologna prosegue la sua formazione scegliendo stage e workshop di maestri, tematiche e stili che costruiscono poco a poco un percorso coerente ed eterogeneo. Nel 2008 si Laurea in Filosofia Etica all’Università di Bologna. Frequenta la scuola biennale di Commedia dell’Arte Luis Jouvet, per la direzione di Massimo Machiavelli, dove si diploma nel 2009, e diviene attrice e assistente di regia della compagnia di Machiavelli, Fraternal Compagnia, con cui collabora fino al 2010. Nel frattempo, nel 2008 crea l’atelier di teatro Il Giardino del Mago e la Compagnia ReSpirale Teatro. Con ReSpirale Teatro, di cui è regista e attrice fino al 2014, crea 6 spettacoli e tre studi, ricevendo la Segnalazione Speciale Premio Scenario 2011 con L’Italia è il Paese che amo, il Premio Festival Reading sul Fiume (Bologna) con Napoleon, spettacolo anche finalista del Premio Festival Territori Teatrali (Torino), il Premio Scintille 2014 (Asti) con AGAIN/BYNOW, spettacolo anche finalista del Premio Troia Teatro e B.R.I.S.A. 2015. Il percorso di formazione in Commedia dell’Arte la porta all’incontro con l’acrobatica teatrale e conseguentemente alla scoperta dell’universo circense e dei suoi linguaggi. Viene ammessa alla Scuola di Teatro di Bologna A. G. Garrone nella sezione Nouveau Cirque, dove si diploma nel 2011, e nel 2012 viene ammessa alla Scuola di Cirko Vertigo di Torino, dove si diploma nel 2013. Nel 2014 entra a far parte della Compagnia di circo DDmasié, che cambia nome in Lapso Cirk, di cui è membro attivo all’oggi. Nel 2013 Veronica viene ammessa al percorso di Formazione Artistica dell’École de Cirque de Chambery AEC, nel quale nasce il progetto 11 – Il tempo è una linea verticale. Nel 2015 inizia inoltre a collaborare come acrobata al palo cinese e verticalista con la Compagnia Chapiteau (Chambery, Francia) nello spettacolo Les Furberies de Scapin. Partecipa inoltre come artista a cabaret e spettacoli all’interno del Festival Living Circus (direzione artistica Paolo Stratta).
David Diez Mendez è artista di circo contemporaneo formatosi a Escuela de Circo Carampa di Madrid, e diplomatosi a Scuola di Cirko Vertigo. É inoltre tecnico di montaggio specializzato e autorizzato a montaggi in altezza, e costruttore formato di attrezzi e strutture per il circo. Lavora come artista nel duo David&Tomas all’interno del Kolektiv Lapso Cirk, di cui è membro fondatore. Partecipa al progetto “11 – Il tempo è una linea verticale” come assistente alla drammaturgia e alla costruzione della scena, oltre che come tecnico di montaggio e di palco.
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DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
COMPAGNIA TEATRO DEL LEMMING (ROVIGO)
Periodo di residenza: febbraio-marzo 2017
Obbiettivo C
IL PROGETTO
“I cinque sensi dell’attore”. Laboratorio residenziale per attori
Conduzione Massimo Munaro e Chiara Elisa Rossini
Per noi l’ATTORE piuttosto che un guitto che si pavoneggia per un’ora sulla scena e di cui poi non si sa più nulla (W.S.) deve essere inteso, etimologicamente, come una GUIDA, cioè colui che conduce lo spettatore in quell’altrove che costituisce da sempre lo spazio del teatro.
Per essere in grado di costituirsi come GUIDA, l’ATTORE deve innanzi tutto affinare le sue capacità di ASCOLTO – ADEGUAMENTO – DIALOGO. Questi tre principi sono da noi sviluppati contemporaneamente in quattro diverse direzioni: su di sé, sui compagni, sullo spazio che li ospita, sullo spettatore.
Lo strumento principale della ricerca dell’attore è per noi il corpo. Il senso/i sensi del corpo. Corpo non più inteso come protesi di un’intelligenza che dovrebbe guidarlo, ma nella sua pienezza animistica, in quella nudità sorprendente che conduce alla nudità di sé e, forse, alla verità dell’incontro con altre anime e corpi.
I cinque sensi dell’attore, indagati separatamente e poi in continua sinestesia fra loro, sono per noi, oltre che un appello alla pienezza della vita, una via d’accesso all’altrove del teatro e alle capacità creative dell’attore.
Nella sua relazione ravvicinata ed intima con se stesso, con i compagni, con lo spazio e con lo spettatore l’attore è qui indotto ad una messa a nudo radicale, ad una ricerca personale e tecnica che passa per una disponibilità assoluta all’ascolto e all’attenzione di sé e dell’altro.
LA COMPAGNIA
Il Teatro del Lemming è una compagnia teatrale di ricerca fondata nel 1987 è finanziata dal MiBACT dal 1997. Vincitore di numerosi premi tra cui il Premio Totola, il Premio Piccoli Palcoscenici, il Premio UBU Giuseppe Bartolucci e il Silver Snowflake al Sarajevo Winter Festival, il Lemming è da tempo riconosciuto come uno dei gruppi di punta del nuovo teatro italiano ed europeo.
Scrive GIACOMO FRONZI in Teatro del Lemming. Teoria e pratica di una poetica estrema (MicroMega, settembre 2014): “Questo teatro, diverso, anti- tradizionale, che quotidianamente lotta per la propria sopravvivenza, rappresenta una piccola rivincita nei confronti di quel segmento di realtà che tenta silenziosamente di narcotizzare la coscienza di un uomo che, per poter comprendere e interpretare il proprio mondo, sembra volersi avvalere sempre di meno del potenziale ermeneutico ed euristico delle arti.”
DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
COMPAGNIA GIULIANO SCARPINATO (PALERMO)
Periodo di residenza: giugno 2017
Obbiettivo A: : in attraversamento con Residenza Multipla Corsia Of (Umbria)
IL PROGETTO
“Se non sporca il mio pavimento”
Regia e drammaturgia: Giuliano Scarpinato
Con Michele Degirolamo e Francesca Turrini
“Quello che vorrei compiere con Se non sporca il mio pavimento è un passo ulteriore in questa ricerca sull’identità in formazione. Mi interessa, stavolta, indagare la degenerazione dell’intoppo identitario, quello che succede nell’adulto che si porta ancora addosso, selvaggiamente aggrappato, un bambino mai uscito dalla propria stanzetta. Vedo chiaramente in filigrana, nelle figure che voglio indagare – Gloria Rosboch, Gabriele Defilippi, Roberto Obert – questi bambini ancora sperduti, che cercano invano di fermare il tempo. Sono loro a interessarmi, sono loro il punto di partenza ; da quelle vite reali, da quella vicenda reale, prenderà le mosse un racconto nuovo, mai cronachistico, ma pieno anzi di aperture oniriche”.
Giuliano Scarpinato
LA COMPAGNIA
Come regista debutta nel 2009, dirigendo i suoi colleghi di corso al Teatro Stabile di Torino in un allestimento de I ciechi di Maeterlink che va in scena per il Festival delle Colline Torinesi.
Da qualche anno lavora nell’ambito del teatro ragazzi. Nel 2012 è finalista al Premio Scenario Infanzia con lo spettacolo La fortuna di Philèas. Nel 2014 vince il Premio Scenario Infanzia con lo spettacolo Fa’afafine – mi chiamo Alex e sono un dinosauro, incentrato sulla vicenda di un “gender fluid child “ e dei suoi genitori; lo spettacolo, insignito del premio per aver affrontato, per la prima volta nel teatro ragazzi italiano, il delicato tema della diversità di genere, riceve in seguito anche il prestigioso Premio Infogiovani 2015 al Festival Internazionale del Teatro di Lugano, e l’Eolo Award 2016 come miglior spettacolo di Teatro Ragazzi e Giovani dell’anno.
Nel 2015 dirige Elettra di Hugo von Hofmannsthal per il festival “Dionisiache”, nella splendida cornice del Tempio Dorico di Segesta; nel 2016 lo spettacolo vince il Premio Attilio Corsini nell’ambito della rassegna “salviamo i talenti” promossa dal Teatro Vittoria di Roma.
DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
CIRO MASELLA (PERUGIA)
Periodo di residenza: novembre-dicembre 2017
Obbiettivo A: : in attraversamento con Residenza Multipla Corsia Of (Umbria)
IL PROGETTO
di Remi De Vos
traduzione Angelo Savelli
regia e interpretazione Ciro Masella
Per tutta la mia vita ho fatto solo cose che non sapevo fare è la storia di un uomo che beve tranquillamente una birra in un bar e viene aggredito, verbalmente ma con inaudita violenza, da uno sconosciuto. Una storia raccontata alla rovescia dalla vittima stessa, bloccato con le spalle contro un muro dal branco furioso e assetato di vendetta; un vertiginoso fiume di parole, ultimo argine alla violenza bestiale del branco omofobo; un’illusoria richiesta di “umanità” attraverso cui l’uomo sbobina, avanti e indietro, il nastro della propria vita per comprendere e far comprendere ai suoi aguzzini come sia stato possibile arrivare ad un esito così fatale. Un’istantanea fulminante e acida, a tratti dolorosamente comica, della violenza sottopelle che respiriamo ogni giorno, del fenomeno del bullismo arrivato a proporzioni inaudite. Un monologo elettrizzante e teso, adrenalinico e ipnotico, sul solco del tragicomico.
Rémi De Vos, uno dei più interessanti autori della nuova scena europea, affondando le mani nella contemporaneità, ha scritto testi scottanti sul declino dell’Occidente, sui problemi del lavoro, sulla violenza razzista e omofobica e la disgregazione della coppia; temi sociali e politici passati al setaccio dell’umorismo e del grottesco, rivelando l’assurdità delle ideologie dominanti.
DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
COMPAGNIA IL SERVOMUTO (BRESCIA)
Periodo di residenza: luglio 2016
Obbiettivo C
LA COMPAGNIA
La compagnia teatrale II ServoMuto nasce nel 2010 dall’incontro di tre giovani attori e operatori teatrali (Pavel Zelinskiy, Michele Segreto e Diego Veneziano). I tre avviano la compagnia nel 2011 insieme a Diletta Ferrai e Cecilia Botturi. L’anno successivo si uniscono alla formazione anche Irene Carta e Luisa Gustinelli, mentre si intensificano le collaborazioni con attori di varia formazione, che collaborano su progetti specifici anche di natura non prettamente teatrale. Nel 2014 il ServoMuto vince il Bando SPOTbs – Sostegno alla Produzione Teatrale Off di Brescia e realizza la performance urbana FAR EAST, cura nuove produzioni e replica gli spettacoli in repertorio in tutta Italia. Nel 2015 realizza lo spettacolo ZINNFIGUR – Soldatini di stagno, prima co-produzione con il Teatro Telaio. Nel febbraio dello stesso anno, il primo studio dello spettacolo POLVERE, nato da un progetto di Marzia Gallo, vince la VI Edizione del Premio Petroni di Residenza Idra. Nel 2014 inizia a collaborare con il giovane regista Lorenzo Collalti (vincitore a Spoleto dell’European Young Theatre 2015 e del Premio SIAE 2015).
DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
COMPAGNIA FRANCESCA FRANZE’ (BRESCIA)
Periodo di residenza: ottobre-novembre 2016
Obbiettivo A:
in attraversamento con Teatro Due Mondi – Faenza (Emilia Romagna)
IL PROGETTO
Progetto: “Fail”
Concept Francesca Franzè
Con Francesca Franzè e Luca Serafini
Dramaturgia Letizia Buoso
“Se ciascun essere umano è un fiore e cresce verticale accanto agli altri nel campo”
Fail. La crisi economica e i suoi effetti attraverso l’esperienza di un imprenditore in battaglia che non vuole arrendersi all’evidenza del fallimento della sua azienda e scommette sulle sue capacità professionali e manageriali, oltre che sulle risorse della sua attività, cercando di contrastare e superare i severi limiti imposti da un contesto di recessione economica come quello degli anni 2008-2009. La scena nasce dall’osservazione partecipata e dal ricordo di quest’uomo: è il nostro reagire dal presente a questa vicenda, assumendoci i ruoli di chi c’era ed era coinvolto, in una relazione di successione, dove chi viene dopo può farsi filtro vivente e portare anche le proprie risorse interpretative. Il fallimento è esplorato come attitudine e propensione dell’individuo a mettere in atto un piano programmatico di azioni, già in potenza autosabotanti, in un continuo intersecarsi di proiezioni sul futuro e conseguenze delle scelte passate, valutazioni errate, slanci onesti e coraggiosi, in un presente controverso. Prendono vita una pluralità di visioni che inseriscono il fallimento tra le possibilità intrinseche alla ricerca di una realizzazione personale, tra il successo o l’inefficacia dell’agire. I materiali industriali recuperati dall’azienda chiusa diventano tracce installative. I fatti non sono più solo materiale di archivio, ma anche elementi che si relativizzano e insieme trovano nuovo senso tra i percorsi possibili dell’esistenza.
LA COMPAGNIA
Francesca Franzè nasce a Brescia il 25 maggio del 1981, intraprende la sua formazione teatrale indirizzando il suo interesse nell’ambito del linguaggio contemporaneo, studiando, con vari maestri, le diverse contaminazioni tra teatro, performance e canto. Tra questi Silvio Castiglioni, Claudia Contin, Renata Palminiello, Danio Manfredini, Abbondanza Bertoni, Mamadou Dioume, Claudio Misculin, Lello Cassinotti, Cristiana Morganti, Oscar De Summa, Giuliana Musso. Da subito affianca al lavoro di attrice quello di operatrice teatrale in contesti di fragilità sociale e disabilità fisica e psichica.
Nel 2008 debutta come attrice professionista negli spettacoli per ragazzi prodotti dal Teatro Telaio di Brescia. Nell’anno 2011-2012 lavora all’interno del carcere di Bollate, partecipando al laboratorio teatrale condotto da Michelina Capato.
Nel 2012 partecipa come attrice alle produzioni Crucifige dell’Accademia della Follia per la regia di Claudio Misculin e Vesperanza per la regia di Cyrille Doublet. Nel 2014 torna in scena con Ulisse, regia di Angelo Facchetti spettacolo prodotto dal Teatro Telaio con il Ctb Teatro Stabile di Brescia. Sempre nel 2014 produce con Jessica Leonello il recital a due voci Breviarium. Partecipa alla creazione di Far East/western urbano a San Polino – Progetto vincitore del bando Spot / Sostegno alla produzione bresciana off teatrale.
Nel 2015 poi, in collaborazione con il fisarmonicista Davide Bonetti, crea il progetto-concerto In Cortile, cantando brani dei primi del 900 all’interno delle stanze dei degenti delle Case di Riposo. Sviluppa il lavoro con la terza età conducendo percorsi di narrazione autobiografica e recupero del ricordo. Nel 2014 dà vita al nuovo progetto teatrale Ommioddio.
Bolognese, nato il 3 giugno del 1986, Luca Serafini inizia il suo percorso teatrale nel 2006 frequentando il laboratorio teatrale Segni & Sensi diretto da Danilo De Summa, qui incontra Veronica Capozzoli con la quale, insieme a Stefano Girolami, nel 2008 fonda la Compagnia ReSpirale Teatro con cui collabora fino al 2013 in qualità di attore, drammaturgo e disegnatore luci e che si aggiudica la Segnalazione Speciale Premio Scenario 2011 con lo spettacolo L’Italia è il Paese che amo e il Premio Scintille Asti 2013 con lo spettacolo Again/By now.
Contemporaneamente continua la sua formazione seguendo stages di Augusto Omolou, Alessio Nardin, Fibre Parallele, Mamadou Dioume e frequentando la scuola di Commedia dell’Arte Luis Jouvet diretta da Massimo Macchiavelli.
Dal 2007 ad oggi ha partecipato inoltre in qualità di attore a numerosi spettacoli tra cui le produzioni per il Teatro Ragazzi Chi la fa l’aspetti e Seme Seme – storia di un volo a testa in giù, entrambi prodotti da Accademia Perduta Romagna Teatri e gli spettacoli Uno, Duo e Molti di Davide D’Antonio e prodotti dal Teatro Inverso di Brescia. Nel 2014 entra a far parte del progetto Ommioddio in qualità di drammaturgo e interprete.
CIRCO CONTEMPORANEO
COMPAGNIA ONARTS (TORINO)
Periodo di residenza: ottobre-novembre 2016
Obbiettivo A:
in attraversamento con con C.L.A.P.Spettacolodalvivo – Brescia (Lombardia)
IL PROGETTO
Progetto: “Tramp”
Di e con Giulio Lanzafame
TRAMP è uno spettacolo di Circo in bilico tra giocoleria e corda molle che, passando tra le strade dell’acrobatica e della musica, accompagnerà il pubblico attraverso le vicende e i capitomboli di un personaggio in cerca di soluzioni.
LA COMPAGNIA
Giulio Lanzafame ha frequentato il Performing Arts University Torino di Philip Radice. Nel 2006 frequenta la Scuola di Circo FLIC di Torino e successivamente parte alla volta del Canada nel 2009 per conseguire il diploma alla prestigiosa Ecole National du Cirque de Montreal (Cirque du Soleil) e affronta con successo il suo ultimo esame con un numero di giocoleria, dinamico e acrobatico: “Momento Poetico” che gli consente di lavorare da un continente all’altro. Giulio grazie ai suoi spettacoli e numeri di circo si è esibito in qualsiasi tipo di palcoscenico dai cabaret di tutta Europa quali Palazzo Colombino (DE), Kristal Palast (DE), Thou (QC), Teatro Stabile Catania, S.A.N.C.A. Annext (WA) e innumerevoli festival di circo e arte di strada tra cui Sol Y Circo (DE), Mercantia (IT), Golden Circus Festival (IT).
Attualmente è docente di giocoleria del corso professionale della Flic Scuola di Circo Torino. Ha fondato nel 2002 OnArts di cui ne è ancora parte e si esibisce nei Teatri con il suo spettacolo Tramp.
MUSICA CONTEMPORANEA
COMPAGNIA EELL SHOUS (MONZA BRIANZA)
Periodo di residenza: ottobre-novembre 2016
Obbiettivo A e C: in attraversamento con Ass. Errare Persona – Frosinone (Lazio)
IL PROGETTO
Di e con Davide Passoni e Marco Lombardo
Il progetto BUONA COLAZIONE SHOW nasce per rendere l’ultimo album della compagnia uno spettacolo teatrale adatto ad un pubblico giovane (16-25 anni), così da parlare e far riflettere questo target su tematiche importanti attraverso un linguaggio accattivante.
LA COMPAGNIA
Davide ScartyDoc Passoni e Marco Tenpo Lombardo sono EELL SHOUS, un duo di performer d’assalto. Praticano l’arte marziale del rap teatrale, diffondendo questa occulta disciplina tramite i loro due album pubblicati da Irma/Mandibola Records, “Spazzatura” e “Buona Colazione”. Abili nell’utilizzo del beatbox e del campionatore, i lori concerti non sono esecuzioni musicali, ma azioni musicali che coinvolgono direttamente il pubblico. Hanno collaborato con Uochi Toki, Maicol & Mirko, Musteeno, The Spleen Orchestra – Tim Burton Show. Nel 2014 hanno vinto il Premio Alberto Dubito – Poesia e Poesia in Musica, promosso da Agenzia X. Nello stesso anno sono giunti alle finali del Campionato Nazionale di Poetry Slam. Dal 2011 ad oggi hanno aperto i concerti di: Dope DOD, Salmo, Foreign Beggars, Dub Fx, Clementino, Kiave, Mecna, Rancore & Dj Myke, Kaos, Colle Der Fomento, Niveau Zero, Teki Latex e molti altri in locali come Magnolia, Bloom, Tunnel, Naba, Live Club Trezzo.
Tangram
Cordi e il suo re
di Miriam Alda Rovelli
regia di Miriam Alda Rovelli
con Luigi Zanin
Teatro dell’Archivolto
Ma che bella differenza. La diversità spiegata dai bambini
tratto da “Una bella differenza”di Marco Aime
PROSA E DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
COMPAGNIA TEATRO EX DROGHERIA (BERGAMO)
IL PROGETTO
TRE [+1]
La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti.
[Soren Kierkegaard]
Testo e regia Sara Pessina.
con Simone Baldassari, Chiara Leoncini, Ilaria Pezzera
Costumi Stefania Coretti
Suono Andrea Begnini
Scene Elena Colombo e Sara Pessina
Organizzazione Federica Falgari
Produzione Teatro Ex Drogheria & Co.
Con il sostegno di Residenza Multidisciplinare Rufugio Everest, Residenza Illinx ed Ex Carecere di S.Agata.
Se dichiarassimo che si tratta di uno spettacolo sulla morte, probabilmente la sala rimarrebbe vuota o ancora peggio non arriveremmo mai ad un palcoscenico, perché parlare di morte è tanto difficile e importante quanto banalizzante e triste da ascoltare. E allora diciamo che si parlerà della vita e di quella vita che solo all’indietro può essere capita.
Una Black Commedy di drammaturgia contemporanea: 3 personaggi e 3 modi differenti di respirare la vita e la morte.
Irma ha 93 anni ed è nata nel 1923; la guerra, il canto, l’amore per due uomini differenti, una RSA e una malattia che cancella il ricordo. Alessandro ha 42 anni e soffre di cardiomiopatia ipertrofica: il che significa che in ogni momento è possibile morire, quindi nessuno sforzo e innumerevoli speranze e cure; della morte è il conoscitore, forse. Margherita ha 34 anni e una vita che stava scegliendo di vivere. Una scala, delle ciligie e una caduta. Alla morte lei non ha mai pensato.
Sono morti tutti e 3 nello stesso momento, e nello stesso spazio/tempo – dall’altra parte – snocciolano e riflettono sulla propria vita, assistendo ai 3 giorni del lutto.
+ 1 è musica, rito e ritmo: fisicamente un musicista, precisamente un Caronte contemporaneo. Non interviene con i 3, ma detta il fuori che si ripercuote sul dentro; campane a morte, requiem, rosari, suoni, echi di vita dei personaggi.
I ritmi del rito funebre – 3 giorni – scandiscono la struttura del testo, in un gioco drammaturgico che svela i suoi segreti poco alla volta e riflette sulla vita e sulla concezione che l’uomo contemporaneo ha della morte e del rito funebre che la segue.
LA COMPAGNIA
Teatro Ex Drogheria nasce a Bergamo nel 2012. Nello stesso anno produce lo spettacolo Variazioni possibili sulla psicofollia d’amore che debutta al Festival “Per amore o Per Forza” di Bergamo ed è tra i finalisti del concorso di drammaturgia “Da palco a palco”.
Nel 2013 viene avviato 21 Gradi Costanti (Performance di indagine sociale), progetto vincitore del premio F. Ceratti “I giovani e la crisi” (Acea Onlus), sviluppato in collaborazione con Spazio Giovani Polaresco (Bg) e sostenuto da Fondazione della Comunità Bergamasca.
Nel 2014 debutta lo spettacolo 21° C – ovvero cosa accade alla temperatura in tempi di crisi, finalista del concorso nazionale Anna Pancirolli e testo vincitore del premio DARTS per la nuova drammaturgia (Trieste).
Nel luglio 2014 ha luogo l’iniziativa Sogno di una città di mezza estate. Spettacolo Collettivo per Riflettere Futuro – Festival della creatività giovanile bergamasca, dove ogni artista under 35 ha potuto esprimere liberamente la sua “visione” di Futuro.
Nel Settembre 2015 la compagnia sviluppa il progetto People Change the Square. Racconti di Piazza in movimento, progetto di indagine sociale in forma performativa nelle piazze di Bergamo con il contributo di Bergamo Estate e Fondazione della Comunità Bergamasca.
DANZA CONTEMPORANEA
COMPAGNIA IFICAN’TDANCE (MILANO)
IL PROGETTO
Labum
Labum di Annamaria Ajmone e Elisabetta Consonni è un progetto che nasce nel 2013 all’interno dell’Associazione culturale IfICan’tDance, con l’intenzione di mettere in relazione alcuni autori della scena delle arti performative e per sviluppare i linguaggi della danza contemporanea in relazione a vari contesti sociali.
Dal 2013 ad oggi organizza al Teatro PimOff una serie d’incontri di ricerca sui linguaggi performativi contemporanei.
TEATRO FISICO E ARTI CIRCENSI
COMPAGNIA MAFALDA (TORINO)
IL PROGETTO
La gonna abitata
Di e con Caterina Fort, Cristina Geninazzi, Jasmine Fornaciai, Veronica Canale.
Una sola gonna per tante donne, una sola gonna che si mangia una donna, una sola donna che si crede una gonna, oppure un’altra donna…
Loschi figuri e dame in rosa, voci, apparizioni ed allucinazioni. Una gonna, tre acrobate, una musicista, tra assurdità, poesia e demenzialità sincera… l’universo femminile in chiave ridicolo chic.
ACCADDE ANCHE
Organizzato da C.L.A.P.Spettacolodalvivo
domenica 29 aprile 2018
all’Everest
ore 21:00
COMPAGNIA LIBERTIVORE
HETRE/PHASMES
Scrittura e messa in scena Fanny Soriano
Con Kamma Rosenbeck e Nina Harper
Industria Scenica ha ospitato la Preview del Festival Tendenza Clown, organizzato da C.L.A.P.Spettacolodalvivo dall’1 al 7 maggio 2018 presso il Teatro Franco Parenti di Milano – in collaborazione con il Comune di Milano, l’Associazione Pier Lombardo e il progetto “Open Circus” dell’Università degli Studi di Milano; con il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Milano.
Lo spettacolo è rientrato all’interno del progetto Circus Zone, la rassegna di circo contemporaneo giunta alla II edizione a cura di Associazione Culturale Sarabanda con il sostegno di Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di aiuto alla creazione contemporanea e in rete con i circuiti multidisciplinari C.L.A.P.Spettacolodalvivo e AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali.
Per l’occasione, l’Everest si e’ trasformato per la prima volta in un’arena dove corpi fluttuanti si sono misurati con sorprendenti acrobazie.