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Niente più SIAE per piccoli spettacoli? Da Firenze un primo passo verso il superamento del monopolio

Una buona notizia per i piccoli circoli e le associazioni che si trovano ogni giorno a fronteggiare adempimenti burocratici e normative per la produzione di eventi culturali e musicali.

Da ottobre 2013 infatti è in vigore il “Decreto Valore Cultura” a firma dell’onorevole Massimo Bray, Ministro dei beni e delle attività culturali dell’allora Governo Letta.
Tra le disposizioni per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale nazionale, trova posto una norma che semplifica notevolmente la programmazione di musica dal vivo nei locali.

Leggiamo dal blog della Senatrice Rosa Di Giorgi, in quota PD e firmataria dell’emendamento approvato nella legge: “E’ possibile organizzare concerti ed altri spettacoli per un massimo di 200 spettatori, con una semplice autocertificazione”.

Si tratta di un provvedimento simbolicamente importante: la norma snellisce la mole di licenze e autorizzazioni che normalmente andrebbero richieste al Comune di competenza per concerti e spettacoli pensati per un pubblico contenuto, e il cui orario di fine non va oltre la mezzanotte. In questi casi è sufficiente un’autocertificazione da consegnare allo sportello unico delle attività produttive del Comune interessato per organizzare un concerto o uno spettacolo live.

Fino ad oggi soltanto una città ha approfittato dell’agevolazione prevista: Firenze. Su iniziativa del Sindaco Dario Nardella, Firenze è stata la prima città italiana a dare attuazione al provvedimento e a combattere le procedure burocratiche legate agli spettacoli di musica dal vivo. E non è finita qui: da gennaio 2015 il modulo per l’autocertificazione sarà anche online sul portale dello sportello unico delle attività produttive, così da evitare anche il documento cartaceo e garantire un trattamento uniforme in tutto il territorio.

La Legge è stata sollecitata da una petizione online promossa da Stefano Boeri su Change.org, chiamata significativamente #piumusicalive, che aveva raccolto oltre 47.000 firme.

Tutto questo rappresenta un’ottima notizia ed è – sempre secondo la senatrice Di Giorgi – il primo passo verso il superamento del monopolio SIAE. Nuove interrogazioni infatti stanno per sbracare in Senato, al fine di semplificare le norme e ridurre le imposte SIAE.

Verranno richieste tariffe ridotte e addirittura un’esenzione completa se lo spettacolo è promosso da una onlus per la raccolta di fondi per beneficenza.

Per ora quindi la norma rimane nell’ambito del diritto amministrativo e non tocca il diritto d’autore. Non dovrebbe cambiare nulla, per ora, a livello di pratiche SIAE, anche se resta ancora aperta una questione molto controversa: dal 1997 risulta implicitamente abrogato l’obbligo di “rendicontare” alla Siae, attraverso il borderò, il programma di un evento musicale o teatrale secondo l’art. 51 r.d. 1369/1942.

Ma allora perché si continua a pagare la SIAE? Occorre una posizione chiara e condivisa su questo argomento.

Mentre attendiamo una risposta, Firenze dimostra di trattare la materia culturale e musicale come un’opportunità da sfruttare per creare sviluppo economico. Facilitare la produzione di eventi culturali può aiutare a mettere in moto un meccanismo virtuoso che mette in campo risorse e talenti, soprattutto tra i giovani, moltiplicando così le opportunità di occupazione. Nelle parole del sindaco Nardella: “Facilitare la musica d’autore e dal vivo significa offrire cultura e intrattenimento, ma anche moltiplicare le occasioni di lavoro per chi, i giovani soprattutto, produce, compone, esegue, ospita e comunica musica in Italia“.

E Milano che fa? Langue o combatte?

 

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