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MARZO: UN MESE DI TEATRO E CREAZIONI ALL’EVEREST

Il 27 marzo è la Giornata Mondiale del Teatro, ricorrenza creata a Vienna nel 1961 e che dall’anno successivo viene celebrata dai Centri Nazionali dell’Istituto Internazionale del Teatro in un centinaio di paesi del mondo. L’Istituto Internazionale del Teatro, creata dall U.N.E.S.C.O. nel ‘48, è “la più importante organizzazione internazionale non governativa nel campo delle arti della scena e cerca di incoraggiare gli scambi internazionali nel campo della conoscenza e della pratica delle Arti della Scena, stimolare la creazione ed allargare la cooperazione tra le persone di teatro, sensibilizzare l’opinione pubblica alla presa in considerazione della creazione artistica nel campo dello sviluppo, approfondire la comprensione reciproca per partecipare al rafforzamento della pace e dell’amicizia tra i popoli. Le manifestazioni che segnano la Giornata Mondiale del Teatro permettono di concretizzare questi obiettivi. Il teatro riunisce e la Giornata Mondiale del Teatro è la celebrazione di questa volontà. È un’opportunità per gli artisti della scena di condividere, con il pubblico, una certa visione della loro arte e il modo con cui quest’arte può contribuire alla comprensione e alla pace tra i popoli”.

 

Anche per l’Everest di Vimodrone marzo sarà un mese all’insegna del teatro, di prove e spettacoli, sperimentazioni e nuove creazioni!

Con l’inizio del mese sono finalmente partite in sala le prove dello spettacolo parte del progetto europeo Tele-Encounters che, grazie a tecnologie e strumentazioni montate appositamente, si svolgono in contemporanea in Italia e Romania. Attori, registi, tecnici, scenografi e costumisti di entrambi i paesi sono all’opera e in costante connessione, e a giugno porteranno in scena lo spettacolo “Smart Family 2032”.

 

A brevissimo ripartiranno anche le tournée degli spettacoli della compagnia di Industria Scenica. Porteremo in giro per l’Italia gli spettacoli “WEBulli”, sul tema del cyberbullismo e dell’utilizzo del web e dedicato ai ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, e “Che forma hanno le nuvole?” sui temi della fantasia, dell’immaginazione e dell’amicizia e dedicato ai bambini tra i 6 e i 10 anni.

 

In questo mese è partita anche la ricerca e lo studio per la nuova produzione di Industria Scenica, spettacolo che sarà prossimamente in prova all’Everest con debutto previsto per l’estate e sarà dedicato al tema della musica popolare in Italia, una sorta di spaccato della storia musicale del nostro paese, tra cantautori, complessi e sale da ballo.

 

Il 18 marzo, all’interno della Stagione Teatrale all’Everest, ospiteremo lo spettacolo “TRE” di Marta Abate e Michelangelo Frola, produzione dell’Associazione Culturale ScenaMadre. Gli attori Simone Benelli, Francesco Fontana e Chiara Leugio portano in scena una famiglia: madre, padre e figlio adolescente, alle prese con le loro relazioni e dinamiche non sempre facili, nella loro ricerca di equilibrio che a volte trova un dialogo, a volte diventa scontro. La serata, organizzata come sempre in collaborazione con il Comitato Culturale di Vimodrone, sarà aperta da un intervento del Gruppo Mediazione Vimodrone, che opera sul territorio nell’ambito della mediazione di conflitto.

 

Infine due appuntamenti sul territorio!

Il 20 marzo alle case popolari di via Trieste avrà luogo un concerto spettacolo aperto ai condomini e a tutta la cittadinanza in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Vimodrone, mentre il 27 marzo in piazza Martesana ci sarà la creazione di un’opera relazionale condivisa sui temi della lotta contro la violenza sulle donne e delle rivendicazioni dei diritti femminili, in collaborazione con l’organizzazione Viva Vittoria, il Gruppo Mediazione Vimodrone, il Comitato Genitori ed il Comune di Vimodrone.

 

Buon mese di teatro, vi aspettiamo!

 

“Il Teatro è un modo di amare le cose, il mondo, il nostro prossimo. Io non ho mai amato il teatro come fine a se stesso (…) Attraverso il teatro io penso tutto il resto: io vedo la politica attraverso il teatro, vedo l’urbanistica (…). Ho creduto e ho vissuto per il momento fragile, insostituibile, della comunicazione teatrale”. Paolo Grassi

 

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