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Europa, tecnologia e arte: nuove sfide per Industria Scenica

Qualche anno fa abbiamo iniziato a interrogarci sull’impatto della tecnologia nelle pratiche creative e sulle qualità della relazione dei nostri pubblici con i device e con la rete. Insieme al Cremit dell’Università Cattolica del Sacro Cuore abbiamo sviluppato alcuni progetti, Image.me (2012), #occhioallarete (dal 2014 ad oggi), Slang (2016) che attraverso la sperimentazione artistica riflettevano sugli usi e abusi di internet e promuovevano buone pratiche come peer & media education soprattutto nei contesti scolastici; inoltre abbiamo prodotto Webulli nel 2014, spettacolo teatrale sul cyberbullismo, visto da circa 6000 studenti in Italia e all’estero, e ancora oggi in distribuzione.  Sui comportamenti trasgressivi online abbiamo inoltre realizzato #weare (2014-2019) e poi Glitch (2018). Infine circa due anni fa abbiamo iniziato a interrogarci sugli impatti dell’AI e della VR nella produzione teatrale e ora eccoci qui, partner del progetto europeo Tele-Encounters: Beyond the human, co-finanziato dal programma Europa Creativa e da realizzare insieme al Teatro George Ciprian di Buzau (Romania, capofila) e all’Università Cattolica Ucam di Murcia (Spagna, partner).

 

Tele-Encounters: Beyond the Human è un progetto che esplora l’integrazione tra la tecnologia (telematica, robotica e AI) e l’arte, attraverso l’incontro fruttuoso di artisti, scienziati, esperti di tecnologia e sociologi. Alla questione tecnologia-arte si aggiunge la questione del rapporto tra tecnologia e migrazione, ovvero, i device e la rete sostituiscono le relazione famigliari o sono dei mediatori? Può un robot diventare un caregiver? Infine, la questione artistica, interamente dedicata all’esperienza dello spettacolo dal vivo, può un pubblico fruire di uno spettacolo in via telematica?

 

La nostra ricerca è appena iniziata e la strada si presenta piena di complessità, in primis l’emergenza sanitaria che rende più difficile l’incontro transnazionale e lo scambio generazionale, ma le sfide ci piacciono e sappiamo di esser pronti e competenti. Al progetto portiamo le nostre competenze di drammaturghi di comunità e un territorio ricco di esperienza per quanto riguarda i flussi migratori, il lavoro di cura, l’incontro tra generazioni. Inoltre, ci è stata riconosciuta la competenza di ricerca artistica e infine le caratteristiche dell’Everest – Spazio alla Cultura che permettano la sperimentazione telematica e di costruzione robotica.

 

Le azioni del progetto si moltiplicano tra workshop e seminari, piattaforme interattive di simulazione robotica, campagne di comunicazione partecipata, ideazione e realizzazione di robot, pubblicazioni, podcast e spettacoli telematici.

Noi siamo entusiasti di questa sfida!

 

 

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