fbpx

Esiste un’alternativa alla Siae? Soundreef avanti tutta. Lo dice il Tribunale di Milano

La notizia è di ieri, 15 ottobre, ed è rimbalzata su tutti i giornali. Il Tribunale di Milano ha emanato un provvedimento cautelare che – di fatto – rivoluziona il modo di raccogliere e distribuire i diritti d’autore in Italia. Attività fino ad oggi ad esclusivo appannaggio di SIAE. Si legge nel provvedimento:

“Non vi sono allo stato sufficienti elementi per ritenere che la diffusione di musica da parte di Soundreef nel territorio italiano sia illecita in forza della riserva concessa alla SIAE dall’art. 180 L. aut. né sembra infatti potersi affermare che la musica (…) gestita da Soundreef e da questa diffusa in Italia in centri commerciali GDO e simili, debba obbligatoriamente essere affidata all’intermediazione di SIAE. Una simile pretesa entrerebbe in conflitto con i principi del libero mercato in ambito comunitario e con i fondamentali principi della libera concorrenza.”

Ma facciamo un passo indietro.
Chi è Soundreef e perché il Tribunale di Milano è entrato nel merito di una controversia sul diritto d’autore?
Soundreef è una startup italiana con sede a Londra che rilascia autorizzazioni per l’utilizzo di musica, recupera e ripartisce royalty per conto di autori, compositori, editori ed etichette. Amministra sia i diritti di pubblicazione (diritti sul copyright e sulle composizioni) sia i diritti sulle registrazioni master (diritti connessi e affini) per le aziende che utilizzano musica di sottofondo in tutto il mondo. Opera in quindici paesi nel mondo, dal Regno Unito alla Russia. Facile comprendere come in Italia la sua attività rappresenterebbe un’alternativa alla – o addirittura il superamento della – SIAE.
Soundreef lavora in particolare con i cantanti indipendenti, che sono i meno tutelati dal meccanismo della SIAE e, in tre anni dalla sua fondazione raccoglie l’adesione di oltre 30mila cantautori.

E’ a questo punto che entra il scena il Tribunale di Milano.
Il contenzioso viene avanzato da una cantautrice e dalla radio in-store Ros & Ros (specializzata nel produrre playlist per i centri commerciali), che avevano esortato le istituzioni a inibire Soundreef dal continuare la propria attività, chiamando in causa la presunta “violazione dell’esclusiva della SIAE ed una condotta di concorrenza sleale“.

In ben due fasi cautelari il Tribunale di Milano rigetta le richieste di Ros&Ros, affermando che la riserva concessa in Italia alla SIAE dall’articolo 108 della normativa sul diritto d’autore non entra in contrasto con l’attività di Soundreef. E prosegue:

“La sentenza sostiene la reclamata piena legittimità della condotta di Soundreef, dal momento che l’art. 180 L. Aut, non può essere letto in contrasto con l’art. 56 TFUE che garantisce la libera circolazione dei servizi.”

In sostanza, se si inibisse la società dal proseguire la sua attività in Italia, si riterrebbe superato il principio comunitario di libera circolazione di beni e servizi. Ovvero una delle quattro libertà fondamentali simbolo dell’integrazione comunitaria.

Il Tribunale di Milano ha scritto una pagina importante nella storia del diritto d’autore dal momento che è stato implicitamente superato lo stato di monopolio di cui gode in Italia la collecting society SIAE. Da più parti si sono levate voci che hanno descritto la sentenza come una storica “vittoria di Davide contro il gigante Golia“. Noi non possiamo affermare che da oggi cadrà il monopolio giuridico della Siae, ma di certo si è affermata per la prima volta la facoltà, in capo agli artisti, di scegliere la colleciting society  a cui fare riferimento. Nel passaggio della sentenza “Non sembra possibile affermare che la musica gestita da Soundreef in Italia, in centri commerciali e simili, debba obbligatoriamente essere affidata all’intermediazione della Siae”.

Ora restano da comprendere le prossime mosse di SIAE che, ad oggi, non ha rilasciato dichiarazioni sui suoi canali ufficiali.

Inoltre, come sottolinea lo stesso Davide D’Atri, CEO di Sondreef: “Siamo stati tutelati in quanto inglesi, se avessimo avuto sede commerciale in Italia sarebbe stato più difficile spuntarla”.

Al link seguente è possibile visionare  il comunicato stampa diramato da Soundreef.

 

 

 

Torna su