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Verbal – il nostro personale viaggio alla scoperta del Karakorum

Venerdì 3 aprile saranno sul palco di Vimodrone per musicare un prezioso documentario storico che narra della spedizione di un gruppo di italiani – guidati da Aimone di Spoleto – che nel 1929 partirono per esplorare il massiccio del Karakorum. Il film-documentario “Karakorum. Diario della spedizione italiana guidata da S.a.R. Duca di Spoleto. Impressioni cinematografiche dell’operatore Massimo Terzano” si interrompe dopo pochi giorni, a causa di un peggioramento delle condizioni meteo. Oggi quelle immagini di remote valli asiatiche e panorami lontani rivivono nella musica dei Verbal, band bergamasca con all’attivo un ep, Called War.

Info evento: venerdì 3 aprile ore 22 presso il Circolo Everest in via Sant’Anna 4, Vimodrone [MM2 Vimodrone]. Ingresso 5 €.
Per l’evento Facebook seguire il link.

I.S. Chi sono i Verbal e per chi scrivono la loro musica?

Verbal è un collettivo di individui con una grande passione per la musica, i suoni e tutti i linguaggi che vi stanno intorno. Scrivono la loro musica per loro stessi e per tutti coloro che hanno la curiosità e la pazienza di ascoltarla.

I.S. Come nasce Karakorum?

Karakorum nasce dalla proposta di Lab80 Film, una delle realtà più interessanti del nostro territorio e non solo per quanto riguarda la cinematografia.
In occasione de Il Grande Sentiero, festival annuale di Lab80 – in collaborazione col CAI – sui viaggi e sulle imprese individuali, ci è stato proposto di sonorizzare delle immagini di archivio restaurate da Lab80 stesso riguardanti una spedizione scientifica organizzata dal Duca di Spoleto nei lontani anni ’20.
Orgogliosi e lusingati, ci siamo cimentati nel nostro personale viaggio, ripercorrendo grazie alle splendide immagini quello del numeroso gruppo che si mosse oramai un secolo fa per raccogliere preziose informazioni di terre lontane.

I.S. Karakorum è cinema, musica, spettacolo e amore per l’alta quota insieme. Tolta la musica che è il vostro lavoro, cosa vi appassiona di più degli altri tre elementi?

Il cinema è sicuramente una componente che ci affascina tutti e che ci ispira quotidianamente e nella nostra musica. La montagna idem, anche se nessuno di noi la frequenta assiduamente: in quanto quasi interamente bergamaschi è però nelle nostre viscere, fondamenta della nostra cultura, vibrazione a cui non possiamo rinunciare.

I.S. La pellicola del 1929 è il racconto di una spedizione di un gruppo di italiani alla scoperta del massiccio del Karakorum. Qual è stata l’ “impresa” più ardua per i Verbal?

L’impresa maggiore per i Verbal è stata cercare di dare un ritmo a immagini che di per sè sono molto aritmiche, fotografie in movimento di un esperienza d’altri tempi, prive di una regia compiuta.
Abbiamo deciso di imporre dei movimenti a gruppi di immagini che trovavamo correlate, portando la nostra personale interpretazione derivante dalla visione delle scene prive di qualsiasi suono. Per alcuni di noi non è stata la prima esperienza di questo tipo, ma per la maggior parte sì, ed è stato tremendamente affascinante.

I.S. Venerdì un telo su cui verrà proiettato il documentario vi separerà dal pubblico. La chiamano “la quinta dimensione dello spettacolo”, la proiezione di un film in realtà sonora aumentata. Come cambia – se cambia – nel rapporto con gli spettatori?

Cambia la focalizzazione dell’attenzione, aumenta la curiosità sull’esecuzione costringendo al contempo a concentrarsi sulle sensazioni evocate dalla correlazione tra musica e immagini, senza distrarre dal peso di queste ultime.

I.S. Qual è la prossima “montagna da scalare” per i Verbal?

La prossima montagna da scalare sarà trovare nuove ispirazioni dando forma a nuovi piccoli viaggi sonori.
Mentre riproporremo il più possibile la sonorizzazione di Karakorum, scriveremo nuovi brani con l’idea di realizzare il nostro secondo LP.

 

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