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I Corni Petar e la Musica come necessità di espressione. Il 6 febbraio live al Circolo Everest.

3 chitarre, basso e batteria: questa la formazione dei Corni Petar, post-rock band del milanese che venerdì 6 febbraio suonerà al Circolo Everest dividendo il palco con Il rebus, progetto che ha già in attivo numerosi live e aperture di rilievo (Le luci della centrale elettrica, Io?Drama).
Un progetto nato nel 2005 dall’iniziativa di Marco Rossi (già chitarrista degli Shandon) e Giorgio Tenneriello (cantautore della scena milanese) che a un certo punto della loro carriera decidono di unire i loro destini nella comune passione per la musica.
Nel 2010 il primo disco, “Ruggine“, registrato alle Officine Meccaniche Mauro Pagani, e poi nel 2014 “Novantasei“, prodotto da Marco Posocco (meglio conosciuto nel mondo della musica come Nonnasonica).
I Corni Petar sono Giorgio Tenneriello (voce, chitarre), Marco Rossi (chitarre), Davide Franchini (chitarre), Enzo Lana (basso), Filippo Baldin (batteria).

Appuntamento a venerdì 6 febbraio in via Sant’Anna 4 a Vimodrone (a pochi metri dalla MM2 Vimodrone, linea verde).
Si inizia alle 22, a questo link l’evento Facebook con tutti i dettagli.


I.S. Corni Petar è una località croata che in italiano si traduce in “Pietra rossa”. Cosa c’è dietro la scelta di questo nome?
Il periodo passato presso Corni petar, è stato il primo in cui Giorgio in vita sua ha deciso volontariamente di staccare fisicamente con la musica e la composizione, lasciando a casa chitarra e stereo portatile. Tornando si è accorto che non c’era modo di staccarsi anche mentalmente da questa pulsione, ha deciso quindi di chiamare il nuovo progetto, che da questa riflessione è nato, con il nome del luogo dove tutto ebbe inizio.

I.S. Nati nel 2005, poi subito la vittoria dell’Arezzo Wave Festival e il primo album nel 2010, Ruggine.  Venerdì porterete sul palco dell’Everest il vostro secondo album, Novantasei, uscito a gennaio 2014 per Maninalto: cosa si deve aspettare il pubblico del Circolo Everest?
L’ultimo anno è stato un periodo di transizione per la band, abbiamo un nuova line up per un 1/5 e brani nuovi in cantiere, pensiamo quindi di proporre vecchi classici ma soprattutto cose nuove.

I.S. Il vostro è stato definito un rock leggero ma sorprendentemente non banale. Come definiscono invece i Corni Petar la loro musica?
Noi siamo quello che suoniamo e sono anni che no ci autodefiniamo più di tanto, la leggerezza o la banalità, sono solo il sapore che il nostro rock  ha lasciato ad alcuni.

I.S. Per Vicotr Hugo la musica è esprime ciò che è impossibile da dire e su cui è impossibile tacere. Cosa vuol dire fare musica per voi? E su cosa è “impossibile tacere” per i Corni Petar?
Sono trascorsi parecchi anni da quando la voglia di avere una band si è trasformata in dischi e canzoni da suonare e far cantare. In questi anni è mutato però drasticamente anche  il mondo a cui i nostri messaggi erano e sono rivolti.  Le nostre canzoni per lo più nascono dalla necessità di raccontare a noi stessi qualcosa che altrimenti resterebbe solo un pensiero, e che forse non vivrebbe più di un attimo, qualcosa che se condiviso con qualcuno potrebbe evocare sensazioni simili a quelle che l’hanno generato. Impossibile è: tacere a se stessi.

I.S. In Novantasei trova posto anche una cover di De Andre’, Via del Campo: quale legame avete con il cantautorato italiano?
Non vi sono grandi legami con la tradizione musicale del nostro paese, ad eccezione di qualche perla qua e là. Il brano di De Andrè è stato ri-arrangiato da noi per un programma tv che lo aveva chiesto fra una rosa di tre… dopo averlo suonato alla nostra maniera è diventato un cavallo di battaglia, quindi in realtà siamo legati a ciò che è diventato più che a ciò che era in principio.

I.S. La vostra storia nasce a Milano: può essere definita una città a misura di artista? Cosa manca a Milano per essere la capitale della cultura (e della musica) italiana?
Noi fortunatamente siamo nati quando ancora Milano era fucina di talenti e opportunità, non riusciamo quindi ad essere completamenti obbiettivi rispetto alla nostra grigia e spenta città, perché ci ha regalato tanto ma ora tanto ci sta togliendo.

I.S. Spiegateci meglio. In che senso Milano vi sta togliendo qualcosa?
Milano é da intendersi, come in passato, il metro su cui valutare il panorama musicale: ebbene non c’é piu il fermento né da parte del pubblico, di cui tutti facciamo parte, musicisti e non, né da parte delle alternative proposte. Siamo tutti in attesa di un segnale motivante ed aggregante… Ma per ora solo un gran silenzio, e questo ahi tutti noi, é dilagante in tutta Italia.

I.S. I vostri programmi o ambizioni per il futuro.
Noi ci siamo uniti per scrive canzoni, ed è l’unica cosa che assieme ci viene bene con naturalezza e senza nessun tipo di vincolo artistico o discografico, per cui come sempre e da sempre, questo è quello che faremo fino a che ci saranno le energie per farlo. Il resto non è mai stato molto determinante.

Per maggiori dettagli sul live segui il link evento Facebook Corni Petar live, start 22:00.

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