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StreetArt Caponago: un progetto per ripensare lo spazio pubblico scolastico.

Come valorizzare le competenze creative di una comunità di ragazzi per generare arte e socialità? Come riflettere sui concetti di pubblico e privato, legale e illegale con i ragazzi della scuola secondaria?

Sono queste le domande da cui siamo partiti per la realizzazione del progetto StreetArtCaponago, ideato in collaborazione con la scuola media Falcone e Borsellino del paese in provincia di Monza e Brianza per abbellire gli spazi pubblici frequentati ogni giorno dagli alunni: i bagni.
Stimolare la creatività e impegnare gli adolescenti in progetti tangibili e costruttivi è una delle strade suggerite dal luminare Serge Tisseron per promuovere atteggiamenti positivi, utili a scongiurare nel lungo periodo derive comportamentistiche negli adolescenti: partire da un’idea per poi vederla applicata in qualcosa di reale, tangibile, diventa uno strumento per l’auto-affermazione di sé e delle proprie capacità, per guardare oltre sé stessi e riconoscersi in ciò che si realizza. Tutti questi stimoli ci hanno portato a proporre – di comune accordo con la direzione della scuola – un progetto di Stret Art, l’arte che meglio si presta all’intento di ridisegnare uno spazio pubblico. E allora, ci siamo detti, creatività sia!
Con StreetArtCaponago abbiamo cercato di dare un nuovo volto ai bagni della scuola coinvolgendo i ragazzi in tutte le fasi produttive: dall’individuazione del tema da sviluppare alle modalità operative, dal lancio del blog di progetto alla creazione dei bozzetti fino alla valutazione e selezione dei più interessanti da stampare e applicare.

Il potere.

Il tema del potere nelle sue più diverse accezioni è stato scelto come filo conduttore di questi due mesi di lavoro, approfondito in aula insieme ai docenti con letture e interventi ad hoc.
Da qui il salto alla fase operativa è stato breve: in poche settimane sono arrivate quasi 200 bozze sviluppate nelle ore di educazione artistica; le abbiamo viste, valutate, scelte, mischiate, ridisegnate, unite, rimaneggiate, fino ad arrivare alle bozze definitive.

L’esperienza: ripensare il concetto di “pubblico”.

Il riscontro da parte dei ragazzi è stato molto positivo: abbiamo visto fin da subito l’entusiasmo nei loro occhi quando hanno realizzato che il loro lavoro sarebbe stato protagonista di una sorta di “grande opera” per la scuola, un rifacimento degli spazi che tutti i giorni vivono, calpestano, respirano.
Usare una fantasia collettiva per ridisegnare gli spazi è stata un’esperienza nuova, collaborativa e che lascerà un segno per gli anni futuri, ma è anche un modo per ripensare lo spazio scuola in generale: non solo come un luogo di “altri” ma come luogo pubblico, dove pubblico significa anche “mio”. E in quanto mio sono io a prendermene cura dando qualcosa per renderlo più bello e vivibile. E che parli anche un po’ di me e dell’esperienza che sto vivendo.

La campagna Eppela.

Ora i ragazzi di Caponago aspettano una mano da tutti noi.
Per permettere di finanziare il progetto e vedere finalmente applicati i disegni, è da pochi giorni online la campagna sul portale di crowdfunding Eppela: con una partecipazione anche minima (si parte da 5 euro) è possibile aiutare i ragazzi per vedere realizzato il loro progetto artistico.
Tutte le info su www.eppela.com e www.streetartcaponago.tumblr.com

Ecco il video per la campagna Eppela.

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