fbpx

QUANTA VITA

Ebbene sì, ridendo e scherzando ormai sono 10 anni che Industria Scenica abita a Vimodrone. La città è cambiata e siamo cambiati anche noi, i soci, i pubblici, i collaboratori, gli artisti che animano questa casa, una montagna in centro al paese con una vista mozzafiato.

Non siamo soli. L’esplorazione la facciamo insieme ad un Comitato Culturale, un club di “antropologi urbani” affamati di cultura, illuminati e creativi, che trasforma il territorio e ci offre una nuova esperienza di presidio culturale. Quanta Vita!

Qualche settimana fa, con questi amici speciali, ci dicevamo che negli anni vissuti insieme, tutto sommato, un bel po’ di cose le abbiamo fatte e, tra racconti e battute, è nato un mazzo di fiori di argilla. Da cosa nasce cosa, perché il tempo che passiamo insieme è bello e ci fa stare bene e, detta tra noi, abbiamo capito che da queste parti serve una stagione che racconti di sentimenti e desideri, che abbracci le differenze e faccia denuncia delle disuguaglianze e delle sofferenze. Mica possiamo rimanere indifferenti al mondo intorno a noi. Dal “Come stai?” siamo sbarcati su “Quanta vita!” perché l’Everest è la somma di tante vite insieme, un’enciclopedia vivente.

In sostanza, quest’anno la stagione culturale la dedichiamo alla Vita. Proponiamo alla città un ciclo di eventi che lascino il segno, difficili da dimenticare perchè parlano di noi e rispecchiano quel che siamo: un’orchestra che attraversa il tempo, esploratori che raggiungono mete inarrivabili, individui che provano a governare sofferenze e dipendenze. Siamo artisti, siamo pubblico, siamo persone che riflettono su cosa significhi accessibilità nella cultura, inclusione, lavoro, equilibrio. Ma che vita è?

Ci piacerebbe che ogni sera di spettacolo fosse un po’ come quelle cene tra amici in cui si chiacchiera fino a tarda notte e si diventa un po’ filosofi e protagonisti del cambiamento. Per qualcuno questa stagione sarà come il caffè preso insieme all’amico “è da una vita che non ci vediamo, ma il legame, lo sai, quello è per sempre”. Tra il pubblico troveranno posto quelli del “nel mio tempo” e quelli “È da una vita che non ti vedo”, il gruppo “ma che fino hai fatto?”  di fianco alle signore del “un giorno alla volta”. In fondo, vicino al bar, quelli del “anche tu qui” e i “come stai? Dai, normale. A posto così.”

Questo è un anno difficile, segnato da abusi, crisi e disumanità e se questa è la vita oggi, allora la nostra stagione va avanti nonostante tutto e diventa più multidisciplinare, discrepante e emotiva. Così è la vita, invadente, impulsiva e multiforme. Viva!

Torna su