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ILVA FOOTBALL CLUB


DOMENICA 6 OTTOBRE 2024 – ore 18:00

una creazione Usine Baug & Fratelli Maniglio

liberamente ispirato al romanzo “Ilva Football Club” di F. Colucci e L. D’Alò
con Fabio Maniglio, Luca Maniglio, Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo
luci e tecnica Emanuele Cavalcanti

produzione Campo Teatrale

con il supporto di IDRA Teatro (Brescia) e TRAC – Centro di residenza pugliese nell’ambito del progetto CURA 2022

 

Attraverso la metafora sportiva, la poesia delle immagini e la verità delle testimonianze, ILVA FOOTBALL CLUB racconta la storia di una città sacrificabile, che oggi è Taranto ma domani potrebbe essere un’altra città, mostrandoci quanto ciò che accade ci riguarda molto più di quanto immaginiamo.

“C’era una volta un campo da calcio in mezzo al quartiere, uno di quei campi di periferia che ti segnano le ginocchia per tutta la vita, quelli con le porte fatte di tubi innocenti, le reti rubate ai pescatori e lungo la recinzione metallica distese di mozziconi spenti a fare compagnia ai tifosi. Quelli dove tutti, o quasi, hanno sognato di diventare calciatori. In quell’arena per gladiatori, giocava una squadra di undici uomini, che scendevano in campo senza pretese e che non sospettavano per niente del destino che li attendeva.

Questa è la storia di una cavalcata incredibile, di un gol impossibile all’ultimo minuto e del sogno chiamato ILVA FOOTBALL CLUB”.

 

COMPAGNIA USINE BAUG

La Compagnia nasce nel 2018 dall’incontro artistico di Ermanno Pingitore, Stefano Rocco e Claudia Russo. La loro prima creazione CALCINACCI arriva in finale al premio Scenario 2018 includendo nel progetto Emanuele Cavalcanti, light designer, che diventerà parte integrante del gruppo. Usine Baug fa convergere teatro fisico, narrazione e teatro visivo per trasporre la realtà con poesia, sarcasmo e ironia. I nostri spettacoli sono tutti frutto di una creazione collettiva: non sappiamo dire chi li ha scritti, chi ha avuto l’idea, chi l’ha sviluppata. Quello che vedrete in scena viene dalle nostre esperienze, dai nostri corpi, dalle nostre teste, ma anche dalle decine di persone che abbiamo incontrato, dai libri letti, da una quantità indescrivibile di concetti, ricordi, pensieri sommersi nell’inconscio e che risalgono a galla sotto forma di attitudini fisiche, personaggi, ritmi, parole. Poi c’è l’elaborazione di tutto questo, le giornate in sala prove o al telefono o intorno al tavolino di un bar: quando arriviamo, ognuno con le sue proposte, e ce le scambiamo, quando le idee cessano di essere mie o tue e diventano nostre perché tutti ci mettono la mano. È la compagnia che sceglie, rielabora, corregge, devia, deforma quegli spunti iniziali e ne fa qualcosa di altro, a volte simile all’idea di partenza, altre volte completamente irriconoscibile, tanto che spesso ci chiediamo: “dove viene questo personaggio? Chi ha avuto quest’idea?”. La risposta ovviamente non la troviamo.Abbiamo scelto di lavorare così un po’ perché, spesso, nella nostra formazione abbiamo lavorato collettivamente e questa abitudine ci si è scritta dentro con tutti i suoi pregi e i suoi difetti; un po’ perché ci sembra che quattro persone (se riescono a sopravvivere agli scazzi, ai conflitti, alle residenze artistiche, ai Doodle, agli Skype di lavoro, alle discussioni interminabili e alle questioni di principio) possano trovare qualcosa di più interessante, di più sfaccettato, di più sorprendente che una sola. Quando scriviamo, ognuno di noi si ritrova spesso a girare intorno a pochi concetti che in quel momento gli sembrano geniali poi, tutto quello che è uscito da uno di noi, viene portato agli altri; che lo prendono, lo smontano, lo modificano e lo rimontano. Quel che ne esce è contaminato da tanti punti di vista, è colorato dai diversi modi di esprimersi, è modellato dalle diverse intuizioni: è nostro, non è più mio o tuo (e forse non lo è mai stato).

 

BIGLIETTERIA
Posti non numerati
intero 15 €
ridotto 12 €
convenzionato 10 €

allievə corsi di teatro adulti dell’Everest 5 €

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