POUT POURRI
Fisicofollia a partire da Marinetti
credits:
di Serena Facchini, Ermanno Nardi, Francesco Angelo Ogliari
con Serena Facchini, Ermanno Nardi, Daniele Pennati
e con Elena Parretti
contributi video Roberto Polimeno
costumi Elisa Bartoli
produzione Elea Teatro/Industria Scenica
con il sostegno del MiBACT
Spettacolo vincitore del Bando Giovani della Fondazione della Comunità Mantovana 2018
Progetto vincitore del Bando Spettacolo del Comune di Milano 2019
Spettacolo selezionato in Next 2020/21 di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo
Cosa vuol dire oggi parlare di Futurismo?
Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 ripudia il classico e il passato trasformandoli in una tela neutra, che poi colora con le tonalità che meglio si addicono a uno stile giovane e nuovo.
Noi “rubiamo” questa tela e, senza cancellarla completamente, la “sporchiamo” con i colori che ci riguardano.
Come un pout pourri è un cocktail apparentemente inutile di frutti e fiori di diverse forme e colori, così questo spettacolo vuole essere un miscuglio “futile” di richiami futuristi. Vogliamo far seccare i fiori del passato e riprofumarli con nuove fragranze.
I futuristi immaginavano un nuovo teatro che abbandonasse la trama, il verso, la prosa, che distruggesse la sintassi in favore del verso libero. L’unico teatro che salvavano era quello di Varietà, della sorpresa e dell’improvvisazione.
Noi ci divertiamo a portare in scena una serata futurista oggi.
Lo spettacolo è pensato come un nuovo varietà strutturato in scene indipendenti e tra loro scollegate, percorse da un sottile filo comune “condito” dalle parole chiave del teatro futurista: sorprendere, provocare una reazione, sconcertare. Utilizziamo un linguaggio comico, a volte non- sense, ma che sotto la sua patina, nasconde qualcosa di tragico.
target:
adulti, scuole secondarie di secondo grado, accademie di belle arti
tag/parole chiave:
futurismo, serata futurista, teatro, spettacolo teatrale, teatro comico, grottesco