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Un anno di Cicabum – l’educatrice Sara Pessina ci racconta come è andata

Ieri mercoledì 3 giugno, con una gita alle porte di Milano, si è concluso un nuovo anno di programmazione del Cicabum, lo spazio famiglie del Comune di Caponago gestito dall’APS Materiali Scenici in collaborazione con il comune di Caponago.
Quali sono le potenzialità di uno spazio come il Cicabum? Come è stato vissuto in questi mesi dagli operatori che l’hanno animato? Cosa potrebbe diventare domani? Lo abbiamo chiesto all’educatrice Sara Pessina, collaboratrice del centro che in questi anni è diventato un punto di riferimento a supporto della famiglia: la programmazione del Cicabum, infatti, non si rivolge solo a genitori e figli ma a tutte le figure della famiglia che sono in diverso modo coinvolte nello sviluppo del bambino in età 1-3 anni. Largo alle nonne, ai nonni, ma anche a zii e tate, partecipi degli step di crescita del bambino. La parola a Sara Pessina che ci racconta come ha trascorso quest’anno in compagnia del piccoli del Cica.

Un anno con il Cicabum. Cosa ti hanno dato questi mesi a contatto con i piccoli e i loro genitori?

Questo è stato un anno intenso e pieno di emozioni. Credo che non si tratti tanto di quello che i bambini abbiano saputo dare a me ma cosa ci si scambia in uno spazio come il Cicabum: genitori e adulti si scambiano esperienze di vita e conoscono nuove persone che possono entrare a far parte di un percorso di crescita e di sviluppo dei bambini. Percorso importante per loro, per i genitori, per i bambini e anche per me come educatrice. Ogni anno ci sono bambini differenti ed é proprio da questa differenza che ogni anno io imparo di più. Questo mi hanno dato: una ricchezza umana differente, perché sono persone differenti.

Come si rapportano i genitori con l’esperienza di gioco del Cicabum?

Il Cicabum non è frequentato solo dai genitori. La maggior parte delle persone che vengono al Cicabum sono sì mamme ma anche (e soprattutto) nonni, nonne, zii e tate. Tutti loro si rapportano in maniera piena, diciamo così. Osservano i piccoli comportarsi in maniera completamente differente nella socializzazione, assistono alle scoperte che fanno attraverso i laboratori, i materiali creativi e i giochi proposti. E’ bello vedere come cambi la percezione che i grandi hanno dei loro piccoli all’interno di un contesto familiare rispetto al contesto esterno, in un luogo come – ad esempio – il parco, che non é familiare ma neppure completamente estraneo. I bambini nel Cicabum sono immersi in una socializzazione che non é soltanto nel rapporto adulto-adulto o bambino-bambino – come può essere un parco – e assume comportamenti assolutamente propositivi che vanno verso lo sviluppo di ogni sua capacitá.

Un episodio accaduto al Cica che porterai con te?

L’episodio più bello o più divertente é accaduto verso l’inizio dell’anno, intorno a novembre/dicembre, quando con il gruppo dei più piccoli abbiamo iniziato il percorso di avvicinamento al colore. Data l’età abbiamo scelto di utilizzare solo colori commestibili e riproducibili con alimenti comunemente utilizzati in cucina (la barbabietola, le carote…). Infatti una delle politiche della programmazione del Cicabum é che gli adulti possano riproporre a casa le attività fatte in aula. I bambini inizialmente si sono relazionati alla scoperta del colore timidamente, con tanti timori tra cui quello di sporcarsi. Ma la cosa divertente é che in una delle ultime lezioni, quando ormai i bambini avevano una certa padronanza, é stato proposto di dipingere con il cacao amaro biologico: sapendo che era molto amaro, con una concentrazione del 99% di cacao e senza un pizzico di zucchero, mai ci saremmo aspettati quello che é successo…i bambini hanno cominciato a mangiare il colore nonostante fosse amarissimo! E noi non riuscivamo a smettere di ridere!

Dalla tua esperienza di educatrice, quanto conta per i genitori avere uno spazio privilegiato dove confrontarsi tra loro e con persone competenti sulle problematiche legate alla famiglia?

Il percorso Cicabum é importante tanto per gli adulti quanto per i bambini. Per gli adulti è importante potersi confrontare con altri adulti che hanno bambini in etá prescolare e che vivono la loro stessa esperienza di crescita di un bambino. Oggi manca il confronto tra persone sugli aspetti della crescita e sugli step di sviluppo, nonostante il proliferare di siti internet, blog, opinionisti che parlano della crescita. Il confronto, quando avviene, si presenta con persone più adulte o amici che hanno la stessa età, mentre al Cicabum si ha davanti un gruppo disomogeneo: ci sono nonne, tate, mamme giovanissime, mamme un po piu in lá con l’età… Il confronto per loro é importante perché apre una nuova visione sulle modalità di affrontare le problematiche legate allo sviluppo che non li fa sentire soli.
Per quanto riguarda i bambini, quelli del Cicabum secondo me hanno una marcia in più! Uno degli obiettivi principali nella programmazione é che il bambino anche in etá piccola (1 anno, 1 anno e mezzo) cominci ad interagire con gli altri bimbi pur mantenendo la figura del genitore presente nello spazio. Questo fa sì che i bambini piu grandi (2-3 anni) sviluppino un’autonomia nel gioco con l’altro e una capacitá di stare anche senza la presenza dell’adulto di riferimento che non é traumatica – come può essere il processo di inserimento nella scuola o nell’asilo che avviene in un tempo molto breve in un posto che il bambino conosce appena. Le dinamiche di relazione che si instaurano con il bambino e con l’educatore sono dinamiche che pongono il bambino in un’autonomia molto grande ed organica. I bambini del Cicabum hanno una marcia in più, quella dell’autonomia e della socializzazione; e al contempo gli adulti hanno un confronto con persone che non hanno la stessa età e arrivano da esperienze e contesti differenti.

Qual è la vera potenzialità dello Spazio famiglie Cicabum?

La vera potenzialità del Cicabum è che può offrire una formazione completa non solo del bambino e non solo dell’adulto, e neppure soltanto nel rapporto tra adulto e bambino. E’ un progetto che non si limita a offre uno spazio di giochi e creatività ma va a supportare tutta la famiglia nella crescita del bambino: quest’anno ad esempio abbiamo fatto partire il progetto di psicomotricità e un progetto “con l’esperto“, una pediatra nutrizionista che ha tenuto degli incontri con gli adulti. Nel futuro lo spazio Cicabum potrà avere un’offerta a tutto tondo per i bambini nella fascia d’età 0-3 anni.

La compagnia teatrale che hai fondato a Bergamo, Teatro ex Drogheria, produce spettacoli teatrali ma ha anche una sezione dedicata ai progetti per l’infanzia. Tu stessa sei educatrice e drammaturga. Dov’è il puntino che unisce queste due scelte?

I punti di contatto tra l’attività di Teatro Ex Drogheria e lo spazio Cicabum sono molteplici; da una parte c’è la volontà comune di essere un luogo alla portata di tutti, in vetrina: entrambi i percorsi racchiudono una cultura, un’arte e una scelta educativa visibile a tutti. Dal punto di vista della programmazione d’infanzia di Teatro Ex Drogheria, le nostre attività hanno lo stesso principio educativo di Cicabum: l’unica differenza è che noi lavoriamo con un’età più adulta, con bambini della scuola primaria e dell’infanzia, mentre al Cicabum sono più piccini (dai 0 ai 3 anni). La creatività, i laboratori, l’importanza del rapporto con l’adulto sono al centro di entrambe le programmazioni, non sento una distanza tra i due progetti lavorativi. E’ un percorso all’interno del quale io come educatrice sviluppo competenze che hanno una stessa linea direttiva.

 

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