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| Se ti dico DONNA tu cosa mi dici? | | PERSONA. ESSERE UMANO.|

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Alla vigilia della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, Industria Scenica – in collaborazione con Amnesty International Lombardia – dedica la seconda serata della sua stagione teatrale ad un tema che resta purtroppo nel nostro paese (e non solo) di scottante attualità. A salire sul palco dell’ Everest di Vimodrone, venerdì 24 novembre alle ore 21, Valeria Perdonò, una donna che sceglie di parlare di donne: Amorosi Assassini racconta infatti la storia di Francesca Baleani, picchiata selvaggiamente e gettata in un cassonetto dal suo ex marito, che solo per un miracolo è riuscita a salvarsi e a ricominciare una nuova vita.

Per l’occasione abbiamo parlato con Sonia Forasiepi, Cristina Melioli e Valeria Perdonò di Amnesty International Lombardia.

Breve intervista a Sonia Forasiepi:

IS: C’era una volta una donna che….?

​​S: …senza chiedere niente, si è presa cura spontaneamente per anni di una piccola bimba con cui non aveva alcun rapporto di sangue e che non chiedeva niente ​

IS: Una cosa che una donna ti ha insegnato?

​​S: A essere convinta di poter fare qualsiasi cosa nella vita, dipendeva solo da me​

IS: Oltre a dedicare una giornata internazionale…., cosa si può fare di più?

​S: Studiare, denunciare, educare​

IS: Se ti dico donna cosa mi dici?

​​S: Persona portatrice di TUTTI i diritti

Breve intervista a Cristina Melioli

IS: C’era una volta una donna che….?
C: … ha scritto “donne non si nasce, lo si diventa”. Era Simone De Beauvoir, nel suo “Il secondo sesso”, un libro che ha cambiato la mia vita.

IS: Una cosa che una donna ti ha insegnato?

C: L’orgoglio dell’essere donna, vissuto come pilastro e valore dell’esistenza.

IS: Oltre a dedicare una giornata internazionale…., cosa si può fare di più?
C: La rivoluzione è l’educazione ad una cultura nuova: è nostra responsabilità educare i bambini di oggi e di domani all’empatia, al rispetto e al dialogo, attraverso esempi e parole diversi da quelli del passato. E’ rivoluzionario anche prendere consapevolezza della realtà della discriminazione a cui ancora oggi le donne sono soggette in famiglia, nelle scuole, nei posti di lavoro. Diritti acquisiti non significa diritti riconosciuti ed esercitati. Oggi questo cambiamento è possibile grazie ai mezzi tecnologici che ci permettono di informarci e di fare rete, verso una società più giusta e libera. Questo può e deve avvenire ogni giorno, non solo il 25 novembre.

IS: Se ti dico donna cosa mi dici?
C: Opportunità, progresso e libertà.

Breve intervista a Valeria Perdonò

IS: C’era una volta una donna che….?
V.P.: …non credeva di poter far sentire la propria voce perché le avevano insegnato che le donne devono stare al loro posto, perché le avevano detto che essere belle donne era un difetto e nessuno ti avrebbe preso sul serio. Poi ha semplicemente imparato che ogni voce è una voce. Nella vita e su un palcoscenico.
IS: Una cosa che una donna ti ha insegnato?
V.P.: Che non bisogna mai usare l'”essere donna”, ma non bisogna mai nemmeno vergognarsene. Che bisogna essere la persona che vuoi diventare. A testa alta.
IS: Oltre a dedicare una giornata internazionale…., cosa si può fare di più?
V.P. Si potrebbe fare molto di più, a partire dall’educazione scolastica, con programmi di sensibilizzazione e reale educazione alla tolleranza e alla diversità. Sembrano parole vuote e retoriche, ma io lavoro spesso nelle scuole e mi accorgo che i ragazzi ignorano completamente le conquiste ottenute e gli sforzi che ci sono ancora da fare, e portano avanti stereotipi sessisti che sono la più nascosta e pericolosa violenza contro il genere femminile.
IS: Se ti dico donna cosa mi dici?
V.P.: Persona. Essere Umano.

 

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