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“NON PERDETE L’ABITUDINE ALLA MERAVIGLIA”

” C’era una volta un Re
seduto sul sofà
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva incominciò:
C’era una volta un Re
seduto sul sofà…”
 
Era un giorno di autunno, di Novembre, di quasi due anni fa, il sole era alto nel cielo e non faceva molto freddo,quando al mercato di Vimodrone, un nonno con i capelli brizzolati e un cappellino verde ben calcato sulla testa si ferma davanti ad un insolita bancarella dove dei ragazzi donavano fiori in cambio di ricordi sul paese; incuriosito si presenta:
“Ciao, sono Raffaele, sono un vimodronese, un nonno vimodronese, per la precisione, e voi chi siete, cosa fate?”
Nasce così l’incontro tra uno dei fondatori del Gruppo Favoleggiamo e Industria Scenica.
Il Gruppo Favoleggiamo è un simpatico trio di nonni: Raffaele un fotografo dagli occhi blu, abile imitatore di voci, Amedeo un ballerino, un cantante e  soprattutto uno straordinario narratore sempre con la battuta pronta e Gianfranco, l’artista che si destreggia tra collage, pittura, scrittura, interpretazione.
Insieme da moltissimi anni, leggono per gli abitanti più piccoli del paese favole e fiabe una domenica al mese.
Prima, il luogo del racconto era la biblioteca, ora, dopo l’incontro con Industria Scenica, le favole le leggono in cima, sul cuccuzzolo dell’Everest. www.circoloeverest.com
Ogni mese da soli o con un’associazione territoriale disposta a co-inventare e co-realizzare la storia, Favoleggiamo si impegna a preparare, provare e far vivere una favola.
Ogni mese, circa due settimane prima della data del racconto, i gruppi coinvolti si incontrano, ragionano sulla favola, sulle battute, si dividono le parti, realizzano gli oggetti della scena, fanno le prove, pensano a come vestirsi, a come muoversi sul palco, insomma organizzano tutto!
La domenica in questione i nonni e gli altri oratori/attori si incontrano presto, fanno colazione tutti insieme e poi via, a fare un’ultima prova, la più importante.
Alle 11 finalmente le porte dell’Everest si spalancano e il pubblico di piccoli e di genitori entra. E’ lì che ha inizio la magia: che gli occhi si spalancano, le bocche si schiudono, le piccole voci ripetono le parole, ridono, esclamano, le mani e i piedi battono per fare suono; è in quel momento preciso in cui i nonni raccontano la favola e i bambini l’assorbono che tutto il progetto di racconto di storie prende ancora più valore e senso: adulti che si mettono a disposizione dei più piccoli per fare immaginare loro mondi fantastici e insieme far passare loro piccoli, importanti, messaggi di vita.
Infatti, uno dei pensieri racchiusi nella scelta delle favole da proporre è il messaggio che le storie portano (la collaborazione, l’aiuto reciproco, l’integrazione, il rispetto per l’ambiente, etc..) e sul messaggio stesso viene poi pensato il laboratorio creativo di costruzione di un piccolo lavoro che viene proposto a fine di ogni narrazione.
Una tradizione quella di “Nonno mi racconti una favola” che sostiene in pieno il valore della favola come intesa dalla tradizione culturale stessa:
“La fiaba è una narrazione originaria della tradizione popolare, caratterizzata da racconti medio-brevi e centrati su avvenimenti e personaggi fantastici coinvolti in storie con a volte un sottinteso intento formativo o di crescita morale”
Allora forza grandi e piccini, non perdete questa abitudine alla meraviglia: ascoltate, narrate, inventate, raccontate  e ri-raccontate storie, favole, fiabe!
“Lunga la foglia, stretta la via, dite la vostra che io ho detto la mia”
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