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“Lost In Translation” è il secondo appuntamento della Stagione Teatrale Teatro Scuola 18/19

Dream. Start. Belt. Jacket. Sleep. To be or not to be. E tante risate.

Lost in translation per davvero.

 

Lo spettacolo Lost In Translation di Marchello Chiarenza, nato dall’esperienza della Compagnia Lyngo e prodotto in collaborazione con la Lyric Hammersmith di Londra, è stato stamattina il secondo appuntamento della nostra Stagione Teatrale Teatro Scuola 18/19.

Se Mr. Rossi sapesse l’inglese potrebbe interpretare alla perfezione lo spettacolo teatrale per cui è stato scritturato. E invece una serie di incomprensioni rendono difficile la comunicazione sul palcoscenico, tanto da stimolare i bambini in platea a interagire attivamente con gli attori e aiutarli nel dialogo.

«E’ divertente perdersi fra le parole. E’ divertente sentirsi migliore di un attore» ci spiega Carlo Rossi, attore e regista teatrale italiano, noto per il ruolo di Empirio nel programma RAI L’Albero Azzurro, sul palcoscenico insieme a Lee WhiteLost in Translation è una narrazione clowneristica, poetica che si muove fra luci, effetti, ombre e musiche di Cialdo Capelli «Perché la parola è uno degli elementi del teatro, ma il teatro è anche e soprattutto spazio e interazione». 

Ci emoziona sempre vedere una platea coinvolta da quello che succede sul nostro palcoscenico, calcato da chi il teatro lo fa da una vita. «Il teatro è utile per restare vivi. E’ una questione di vita o di morte – come diceva Steve Mc Queen. «E, seppure sia un rischio, il teatro non basta mai» dice Carlo Rossi.

Stamattina abbiamo visto piccoli studenti lasciare la sala, con gli occhi pieni dell’esperienza e di quel rischio (buono), che è la cultura. Quello che si portano dietro è un suitcase full of new words e laughs.

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