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Lodovica Cima. Il mestiere di fare libri

Una Vimodrone più a misura di bambino e che si faccia promotrice di iniziative legate alla cultura per l’infanzia. E’ questo il proposito della Libreria Librambini che presenta, in collaborazione con Cooperativa Sociale Industria Scenica, una serie di eventi di teatro e letteratura per ragazzi nella cornice del Festival Didiario. «Credo fermamente nel potere del libro e il Festival è un modo immediato per trasmetterlo. Il Festival, ogni anno, è il modo più immediato per entusiasmare i ragazzi e gli insegnanti. Mi piace vedere come reagiscono gli studenti. Tutti si immergono nelle storie e nei personaggi. Nessuno giudica. Non ci sono pregiudizi» Afferma Karin Alberti, libraia e direttrice artistica del Festival Didiario.

Venerdì 13 aprile, l’Everest ha ospitato Lodovica Cima, scrittrice ed editor, per un incontro con i ragazzi delle scuole medie di Cologno Monzese. Da oltre venticinque anni lavora nell’editoria per ragazzi, prima come redattrice e poi, dal 1996, come autrice e consulente editoriale. Ha creato e diretto per nove anni la collana di narrativa per ragazzi “La giostra di carta” per Mondadori Editore. Attualmente è coordinatrice dell’Area Ragazzi del Gruppo Editoriale San Paolo e in continua produzione con la scrittura e la pubblicazione di libri dedicati a giovani lettori. Da un anno inoltre ha fondato la Casa Editrice Pelle D’Oca. L’editrice ha raccontato come si pubblica un libro e perché, affascinando il giovane pubblico.

L’abbiamo intervistata per conoscerla meglio, ecco cosa ci ha raccontato…

Come hai incontrato l’editoria e la scrittura?

Mi sono appassionata alla scrittura fin dagli anni delle scuole medie. Per me era un modo di essere, di comunicare. Non ho più smesso di scrivere. La letteratura è poi diventata il mio mestiere.

Da editor, come decidi che la storia che hai scritto funziona sul mercato letterario?

Osservo e ascolto il mondo, sia l’estero sia l’Italia. Guardo come si comportano i lettori in libreria, metto insieme tutto, anche l’intuito, e pubblico una storia. In generale, per scrivere, mi aggiorno sul nuovo modo di apprendere, sulla tecnologia perché per me è importante capire i ragazzi, che cosa pensano e come vivono. I ragazzi sono sempre più avanti rispetto agli adulti.

Lo fai anche con la scrittura?

Dal punto di vista linguistico, sì. Mi piace sperimentare: ritmo, allitterazione, metafore – mi interessa tutto quello che concretizza la scrittura. Mi alleno a praticare la lingua.

Perché hai scelto di scrivere per un pubblico giovane?

Sono fortemente convinta che sia molto più sfidante. Come dice anche Susanna Tamaro, scrivere per bambini è come scrivere in una lingua straniera. Non bisogna scimmiottare i ragazzi, ma imparare a parlare con loro. E poi, alle cene di Natale, sono la tipica persona che si siede al tavolo dei bambini.

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