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Lucilla Tempesti, Associazione IT: tra la città e il teatro c’è IT Festival.

Da quattro anni a questa parte, nel mese di maggio, la scena del Teatro alternativo milanese ha un solo nome: Festival It. La più grande manifestazione dedicata al teatro indipendente e metropolitano è una vetrina molto importante che fa vivere al di fuori dei luoghi “classici” del sistema teatro i lavori di una fitta rete di compagnie, attori e artisti teatrali.
Promotori dell’iniziativa gli operatori riuniti nell‘associazione It, tra cui rientra anche Elea Teatro – compagnia interna a Industria Scenica – che quest’anno ha presentato proprio nella vetrina del Festival “Ludopark“, ultimo lavoro sul gioco d’azzardo patologico (ne parliamo in questo articolo).

Abbiamo aspettato che la macchina del Festival si spegnesse, che i motori tornassero a temperature abbordabili e che il sipario calasse sulla Fabbrica del Vapore, location dell’iniziativa. Ci siamo tenuti in caldo questa intervista alla presidentessa e portavoce dell’associazione It Lucilla Tempesti che oggi vi proponiamo.
Buona lettura!

Oltre 5000 presenze in quest’ultima edizione di It Festival. Un vero successo, significativo della sete di buon teatro che serpeggia in città. Un feedback a freddo sulla manifestazione?

Questo è stato l’anno del consolidamento. Una tre giorni di teatro indipendente che ha visto tantissimi giovani, oltre 5000 presenze, nove spazi performativi, 500 artisti coinvolti. Un nuovo spazio dedicato all’incontro tra artisti e operatori, un importante percorso di mentoring per le compagnie in fase di studio, e la conferma sia dell’attenzione verso gli spettatori più piccoli, con spettacoli, laboratori e giochi, concorsi e animazioni, sia degli spazi Talk IT e IT’s Late come open space di critica, confronto e progettazione. Il feedback non può che essere positivo; oggi IT Festival è un riconosciuto spazio di incontro tra il teatro indipendente milanese e la città.

Secondo te, come è visto dalla critica il Teatro indipendente in Italia?

L’esperienza di IT, finalista anche del Premio Rete Critica 2014 nella categoria “innovazione organizzativa”, è di una costante ricerca di dialogo con la critica, con l’obiettivo di favorire la conoscenza e visibilità del teatro indipendente milanese. In questo percorso abbiamo trovato spesso interlocutori sensibili e curiosi. E credo che la critica, oggi più che mai, debba mantenere uno sguardo attento e vivo, volto all’identificazione e al sostegno di nuove realtà italiane indipendenti meritevoli.

Tre aggettivi per descrivere l’esperienza del Festival It 2015.

Intensa, partecipata, vorace.

Dal vostro punto di vista, come se la passa il teatro milanese?

La scena teatrale milanese, e il numero di artisti e compagnie che partecipano a IT Festival lo conferma, è molto variegata; Milano sicuramente garantisce un’offerta teatrale unica in Italia. Ma a questa ricchezza, di sguardi, di proposte, di ricerche, fatica a corrispondere una sostenibilità, e questo finisce con l’annichilire le progettualità e con l’impoverire i processi artistici.

Come vedi l’associazione It tra 5 anni?

L’associazione IT è giovanissima, ha poco più di un anno; è acerba, pervicace e mutevole. Ed è questa propensione al cambiamento, e la pluralità di anime che la compongono, che ne costituiscono ad oggi la forza. Stiamo costruendo altre progettualità accanto al Festival, come già fatto con il progetto OPEN IT, un percorso di educazione ai linguaggi teatrali che negli scorsi mesi ha coinvolto le nove zone di Milano alla scoperta della genesi di uno spettacolo dal vivo. Mi immagino dunque nei prossimi anni un percorso di crescita che mantenga inalterata questa vis propulsiva. Tutto il resto verrà dagli spazi di condivisione e partecipazione che caratterizzano l’operato dell’associazione, e dalla relazione con l’esistente.

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